Un angelo con ago e filo

La diocesi ha celebrato il VII centenario della beata Vanna da Carnaiola

Dal 9 al 23 luglio si sono svolte nella parrocchia di Fabro Scalo-Carnaiola le celebrazioni del VII centenario della beata Vanna, terziaria domenicana, i cui resti mortali sono conservati in un’urna aurea posta sotto l’altare della chiesa di Carnaiola. Come ha ricordato il vescovo Scanavino, durante la solenne concelebrazione conclusiva, la nostra diocesi ha celebrato quest’anno due centenari di particolare rilievo: quello del più famoso beato Jacopone da Todi e quello dell’umile orfana di Carnaiola, la beata Vanna. Due approdi diversi alla santità: campione della spiritualità francescana l’uno, di quella domenicana l’altra. Gli abitanti e i fedeli di queste contrade dell’Alto Orvietano hanno avuto modo, in questi giorni, di riscoprire il fascino della loro conterranea, ritrovandosi a pregare attorno al corpo peregrinante della beata Vanna, solennemente esposto prima nella chiesa del Sacro Cuore a Fabro Scalo e poi in quella del Santissimo Salvatore e San Severo a Carnaiola. Nella seconda metà del secolo XIII non potevano di certo immaginare che Vanna sarebbe diventata santa; era soltanto una povera orfanella alla quale affidare qualche umile lavoretto per un tozzo di pane. Vanna non fu davvero ben accolta nella sua patria se, appena giovinetta, dovette emigrare ad Orvieto e ben presto rifugiarsi in un convento, ove imparò l’arte del cucito e del ricamo, tant’è che qui la invocano oggi come patrona delle (sempre più rare) lavoratrici dell’ago. Così, se Jacopone può richiamarci all’amore per le belle lettere, Vanna ci invita alla riscoperta di un artigianato che ha radici lontane: anche i santi, dunque, possono ancora contribuire al rilancio socio-culturale del nostro territorio! Una lunga fiaccolata ha illuminato la notte di venerdì 21 luglio, snodandosi dalle pendici di Carnaiola, ove sorge una cappellina presso la casa natale della Beata, fino al cocuzzolo, in preparazione alla grande festa del 23 luglio. E lungo il cammino abbiamo ripensato ciò che Vanna disse, forse a cinque anni, del suo angelo custode per poterlo ripetere di lei: ‘Quest’angelo, la beata Vanna, ci fa da padre e da madre’. La sua intercessione presso il Buon Pastore è garanzia di predilezione divina; molti, imitandola, hanno imparato a condividere i beni del mondo per sollecitare la carità di Dio verso questa umanità, che appare sempre più disincantata e disinibita, ma insieme più bisognosa di una guida soprannaturale. E non è poco che un angelo si aggiri ancora su Carnaiola e dintorni!

AUTORE: Carlo Andreoli