Il Comune fa la differenza

Rifiuti solidi urbani. La Regione mette 1,5 milioni di euro a disposizione dei comuni perchè raggiungano almeno il 35% di raccolta differenziata

Il passaggio da ‘tassa’ a ‘tariffa’ nel comune di Perugia si è rivelato doloroso. Tutti, chi più chi meno, hanno in mano una bolletta più salata. Quando il sistema a tariffa veniva presentato come ‘più equo’ perché ‘chi produce di più paga di più’ c’era chi aveva sperato di pagare di meno perché parco consumatore o magari fedele frequentatore delle ‘isole ecologiche’. Le cose non stanno proprio così poiché in realtà il Comune di Perugia non ha adottato sistemi che possano realmente ‘misurare’ i rifiuti portati nei cassonetti e quindi premiare o sanzionare il relativo comportamento dei cittadini. Per il momento ad essere premiati o sanzionati sono solo i comuni, cosicché a pesare sui costi non c’è solo il servizio ma ci sono meccanismi di incentivi e sanzioni, e un sistema che nel complesso risulta poco efficiente rispetto a soluzioni adottate in altri comuni italiani. Treviso, per esempio, riesce a fare il 70% di raccolta differenziata ed è a questo Comune che l’Assessorato all’ambiente si è ispirato nella redazione delle ‘nuove linee di indirizzo’ per la raccolta dei rifiuti approvate martedì dalla Giunta regionale insieme ai ‘criteri per la concessione ai comuni degli incentivi sui risultati ottenuti nel 2005’. L’obiettivo è incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani che in 84 dei 92 comuni umbri non ha raggiunto il 35% richiesto dal decreto Ronchi per il 2003, e men che meno il 45% previsto nel Piano regionale per il 2006. Con le nuove linee si punta sul sistema porta a porta, ritenuto il più efficace, ed a contenere e possibilmente ridurre la produzione dei rifiuti. Per questo anno, spiega l’assessore regionale all’ambiente Lamberto Bottini, ‘ci sono 1,5 milioni di euro, per dire soltanto dei fondi previsti nel riparto delle risorse ambientali, destinati ai comuni per compensare i costi di trasporto, per compensare un disagio ambientale (dove sia una discarica o un impianto di selezione), per completare la realizzazione delle stazioni ecologiche, per premiare con incentivi diretti, la raccolta differenziata’. Bottini fa un esempio: ai comuni che hanno raggiunto la soglia del 35% di raccolta differenziata e che non incrementano la produzione dei rifiuti, vanno 100 euro per ogni tonnellata in più di frazione ‘umida’ e 0,25 euro a km per il trasporto; incentivi minori per chi ha risultati minori. I sostegni economici degli anni passati ‘hanno consentito di passare dal 12,7% di raccolta differenziata del 2001 al 27,8 del 2004’ commenta l’Assessore. Risultati positivi sui quali pesa il dubbio della loro effettiva corrispondenza alla reale quota di rifiuti urbani differenziati. Non è escluso che i comuni abbiano ‘aiutato’ la raccolta differenziata allargando le maglie dell’interpretazione di ‘rifiuti speciali assimilati agli urbani’. Un esempio: se gli imballaggi di cartone di un negozio o il legno di un laboratorio artigianale sono raccolti come rifiuto urbano la quota di differenziato sale più velocemente che non con la raccolta dei rifiuti separati dalle famiglie. ‘Entro l’anno la Regione provvederà a definire le linee guida per l’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani’ dice Bottini ricordando che nel procedere alla ‘certificazione’ dei dati la Regione ha già limitato eventuali eccessi ponendo un limite massimo di 50 Kg x abitante per cartone, legno e ferro, non conteggiando ai comuni la quota che dovesse superare tale limite. Differenziare è d’obbligo anche perché le discariche sono piene e, dice Bottini, ‘abbiamo deciso di non aprirne di nuove’. Disincentivarne l’uso era lo scopo dell”ecotassa’, da pagare sul conferimento dei rifiuti ‘tal quali’ in discarica, introdotta con la Finanziaria del 1996, e dalla Regione triplicata con la legge di Piano del 2002. In Umbria va da un minimo di 4,13 euro per tonnellata di rifiuti ad un massimo di 25,82. Ma l’ecotassa regionale, spiega Bottini, ‘non è stata applicata perché trova contrasto con la legge nazionale che esonera dal pagamento i comuni che superano il 35% di differenziata e riduce al 5% la tassa se i rifiuti vengono conferiti agli impianti di selezione’. Dal gennaio di quest’anno la riduzione è assicurata a tutti i comuni umbri visto che anche i 12 dell’Ato 1 sono obbligati a conferire l’indifferenziato agli impianti di selezione.

AUTORE: Maria Rita Valli