Il Medioevo ‘tira’ l’economia

Bevagna. Il boom della festa delle Gaite

Questo fine settimana chiude l’edizione 2006 delle Gaite (quartieri) di Bevagna con il mercato medievale. Un mercato vero, dove il cliente dotato di macchina digitale fotografica, padre di ragazzi dall’sms facile e moglie al seguito, acquista candele, monete, armi, carta, spezie, canapa, ceramiche, utensili, miele, sale, olio e vino. Prodotti assolutamente indispensabili nel Medio Evo e venduti dai bevanati a tutto il mondo; con la garanzia che, se poi l’acquirente cascasse accidentalmente in una macchina del tempo settata sul 1300, avrebbe già con sé tutto l’occorrente per vivere e sopravvivere. Al tempo in cui il Papa si trasferiva, temporaneamente, ad Avignone. Patate e pomodori? Da noi noLa cosa che colpisce di più è come i bevanati contemporanei siano, per i dieci giorni della festa delle Gaite, i bevanati dell’Età di mezzo. A guardarli bene, nei loro costumi medievali, ti danno la netta impressione che sia tu ad esser cascato nella macchina del tempo e non loro. Hai voglia a chiedere patate e pomodori di contorno alle taverne’ non ce ne sono. Né ti spiegano che non te li daranno mai ‘perché l’America non è stata ancora scoperta’: i bevanati delle Gaite l’America non ce l’hanno proprio nel loro ‘bagaglio culturale’, nella loro testa. Infatti loro vengono ‘prima’ di Cristoforo Colombo, delle sue caravelle, della sua regina e di tutta la Spagna. Poi, di fatto, i bevanati moderni hanno riscoperto ‘L’america’ nel 1983, iniziando ad immaginare e costruire la festa delle Gaite. ‘Quindici-dieci anni fa, Bevagna era completamente tagliata fuori dal circuito turistico dell’Umbria’, afferma l’assessore alle Gaite, Oscar Proietti, 42 anni. ‘Oggi – continua – siamo dentro, al fianco di Assisi e Spoleto. Bravi ad attrarre anche il turismo internazionale. Tutto questo lo dobbiamo solo ed esclusivamente ai nostri volontari, il cui impegno e le cui capacità ci hanno fatto conoscere in Europa e nel mondo’. Cresce l’economia di Bevagna. Grazie alla festaLa festa delle Gaite è oggi vitale per l’economia di Bevagna e del circondario. Un dato su tutti, particolarmente significativo. Dieci anni fa, a Bevagna, non c’era un posto letto. O andavi a dormire in casa di amici bevanati, oppure a Foligno o Assisi. Adesso ci sono oltre 800 posti letto, fra le strutture di accoglienza nel centro storico (alcuni alberghi sono stati realizzati in palazzi stupendi e finemente arredati) e quelle sulle colline, dove gli agriturismi vanno fortissimo. Molti i punti di ristoro, alcuni di alto livello. ‘Il mercato delle Gaite – ne è convinto l’assessore Proietti – ha prodotto un tessuto economico assolutamente nuovo per Bevagna, che attualmente è una bella e solida certezza’. Lo stesso assessore si cala naturalmente nel Medio Evo. Senza nessuno sforzo. Infatti, alla sera, te lo ritrovi davanti con indosso il suo bel mantello marrone a collo alto, collezione primavera-estate del 1290 o giù di lì. Anch’egli è parte integrante della Festa delle Gaite, così come il sindaco (al secolo Enrico Bastioli). Che, però, il mantello ce l’ha più ricco e pure il vestito, e di colore rosso bordeau. Nuove scarpe e vestiti: te lo dice l’AccademiaNel comune di Bevagna vivono poco più di 5 mila persone. ‘Alla fine della festa di quest’anno, che si concluderà domenica 25 giugno – dichiara il neopresidente dell’ente Gaite, il cinquantasettenne Giuseppe Palini, capo indiscusso dei consoli delle quattro gaite di San Giorgio, San Giovanni, San Pietro e Santa Maria – a Bevagna saranno entrati oltre 105 mila visitatori. Negli anni, l’immagine della nostra città è cresciuta in modo esponenziale’. Pertanto, oltre a creare l’assessorato alle Gaite, testimonianza della scommessa che un’intera cittadinanza ha fatto sull’evento di giugno, i bevanati si sono fatti in casa anche l’Accademia delle Gaite, un simposio di storici medievalisti di Perugia, Firenze e Bologna che costantemente offre pareri e consigli per migliorare – edizione dopo edizione – qualche aspetto della manifestazione. ‘Per l’edizione 2007 delle Gaite – preannuncia Palini – i nostri studiosi dovranno suggerirci come migliorare le nostre calzature e alcuni accessori del nostro abbigliamento’. Medievalmente, s’intende.

AUTORE: Paolo Giovannelli