Per tanti giovani umbri è difficile trovare un lavoro, ma ci sono tante aziende che vorrebbero assumere e invece non trovano persone preparate per le mansioni richieste. È quanto avviene ad esempio in provincia di Perugia dove, secondo la Camera di commercio, nel trimestre maggio- luglio il sistema delle imprese prevede di attivare 11.310 nuovi contratti di lavoro.
Purtroppo più del 25% delle aziende disposte ad assumere “incontra difficoltà – ha detto il presidente della Camera di commercio, Giorgio Mencaroni – a trovare i profili professionali desiderati”. In particolare, mancano tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, ma anche conduttori di macchinari mobili e operai nelle attività metalmeccaniche e elettromeccaniche.
Sembra assurdo ma è così. Manca dunque una sinergia tra il mondo della scuola, dell’università e della formazione professionale e quello del lavoro. E questo è uno dei motivi per i quali l’economia italiana cresce meno della media europea. Il contestato progetto di “alternanza scuola-lavoro” ha cercato di creare un ponte tra i due mondi della formazione e del lavoro, con risultati che hanno ottenuto qualche consenso e tante critiche.
Cresce solo il precario
Anche per l’economia umbra – secondo il rapporto Ires-Cgil pre- sentato il 16 maggio a Terni – ci sono “segnali di inversione di tendenza, ma da prendere con le molle” perché migliora l’export ma il Pil cresce meno della media nazionale e dell’Italia centrale. Nel 2017 il numero degli occupati è un po’ aumentato rispetto all’anno precedente: 576 posti di lavoro in più, soprattutto nel settore del commercio e dei servizi.
A crescere però è solo il lavoro precario (+20,4%), mentre “cala fortemente (specie in provincia di Terni) il lavoro autonomo e arretra anche quello dipendente a tempo indeterminato”. Anche la Camera di commercio di Perugia conferma che la stragrande maggioranza dei nuovi contratti di lavoro (73%) sono a tempo determinato.
Nei nuovi scenari economici del mondo globalizzato il “posto fisso” è ormai un miraggio. Con le nuove tecnologie il modo di produrre cambia in continuazione, e dun- que serve una formazione professionale permanente.
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