Dottori: tutta l’energia dell’Umbria

La pubblicazione del catalogo completo è un tassello importante per la definitiva consacrazione' del pittore perugino. Con il suo Futurismo atipico, Dottori seppe vedere le forze dinamiche che si s

Il suo ultimo disegno: una figura femminile in volo, che va a toccare una stella. Gerardo Dottori lo ha tracciato il 12 giugno 1977, il giorno prima di morire. Una premonizione, sì, ma non soltanto della fine imminente, ma anche dell’inizio della sua gloria in terra. Come il poeta latino Ovidio, che concluse le sue Metamorfosi profetizzando: ‘Con la parte migliore di me, sarò portato in eterno al di sopra della volta stellata’. Così, quasi dall’alto di una di quelle prospettive aeree che contraddistinguono i suoi quadri, adesso Dottori può vedere che il suo valore pian piano viene riconosciuto, e la sua fama si espande nel mondo. Gran parte del merito della riscoperta dell’arte di Gerardo Dottori va a Massimo Duranti. Dopo decenni di attività a favore del pittore futurista perugino, Duranti ha raggiunto il suo traguardo più ambizioso: pubblicare il catalogo completo delle opere di Dottori. L’enorme volume – in due tomi, oltre 1.000 pagine, per un peso complessivo di sette chili – dal titolo Catalogo generale ragionato, è stato presentato il 6 maggio in sala dei Notari. È il frutto di un lavoro che ha impegnato Duranti e la sua équipe di collaboratori per un paio di anni. Oltre a tutte le opere documentate nell’Archivio, si è andati a scovare quelle finite nelle collezioni di tutto il mondo. Come? Pubblicando appelli su riviste specializzate. I risultati sono stati sorprendenti. In passato infatti si conoscevano circa 500 opere di Dottori; adesso la somma è salita a 2.000, includendo anche disegni, pitture murali ed esempi di arti applicate di cui perfino gli esperti erano all’oscuro: vetrate, ceramiche, copertine di libri, manifesti. Segnalazioni sono arrivate da tutta Europa, dagli Stati Uniti e dal Canada; perfino un caso dall’Africa, ma poi è risultato trattarsi di un falso. E non è finita, perché – da dopo che il Catalogo generale è stato pubblicato – sono spuntate un’altra cinquantina di opere; prima o poi dovranno uscire degli ‘Aggiornamenti’. Incontriamo Massimo Duranti alla redazione de La Voce e gli poniamo alcune domande. Non era strano che un futurista come Dottori dipingesse paesaggi di campagna? ‘In effetti, era un futurista atipico. All’inizio i suoi stessi colleghi lo deridevano un po’. Però, fin dal 1924 teorizzò che non esisteva solo il Futurismo delle macchine, che rifletteva la società industriale milanese, e tirò fuori una visione dinamica della natura. Un altro aspetto particolare di Dottori era quello ‘mistico’. Il Futurismo nacque con un atteggiamento abbastanza anticlericale, poi però le cose cambiarono, tanto che nel 1934 venne pubblicato il Manifesto dell’arte sacra futurista, i cui massimi esponenti erano Fillia e, appunto, Dottori. Anzi, Marinetti riteneva che il pittore perugino fosse stato il primo a rinnovare radicalmente l’arte sacra. Nel 1927 Dottori dipinse una Crocifissione che all’epoca venne contestata, e oggi… si trova ai Musei vaticani. Inoltre, recentemente in Inghilterra, Christie’s ha messo all’asta un trittico di Dottori di argomento francescano, vendendolo per 44.000 euro. Cifra tanto più notevole, in quanto l’arte sacra di solito viene battuta a prezzi inferiori a quella profana’. Dottori è rimasto famoso soprattutto per i suoi paesaggi visti dall’alto. ‘Si tratta dell’aeropittura, da lui ideata negli anni Venti. I paesaggi vengono mostrati dilatati e deformati, come fa oggi la fotografia con il cosiddetto fish-eye. Non era solo opera della fantasia: Dottori compì davvero dei voli, per poter osservare il mondo dall’alto e in movimento. Nel 1931, quindi, firmò il Manifesto dell’aeropittura, e anche in questo campo Marinetti affermò che Dottori era la figura predominante’. Tuttavia, in patria non ricevette molti riconoscimenti… ‘Conobbe la povertà da giovane. Negli anni tra il ’29 e il ’36, a Roma, lavorava come giornalista, e intanto partecipava a importanti mostre in tutta Europa insieme ai futuristi. Dopo la guerra, mantenne il posto all’Accademia di belle arti di Perugia, guadagnandosi da vivere come insegnante. Aveva ancora un suo giro d’affari, ma non molto ampio, vittima di una certa emarginazione subita a causa di pretese collusioni con il fascismo. Però, la riscoperta del Futurismo avvenne alla fine degli anni ’50 proprio a opera di critici di sinistra. Oggi, sul mercato dell’arte, Dottori continua a crescere’.

AUTORE: Dario Rivarossa