È un tribunale un po’ speciale perché si occupa quasi solo di matrimoni, ma non perché sia la sua unica competenza quanto piuttosto perché la stragrande parte del suo lavoro riguarda, appunto, il sacramento del matrimonio. Il Tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro (Teiu) martedì ha celebrato il suo Dies annualis con il consueto bilancio delle attività presentato dal Vicario giudiziale del Teiu padre Cristoforo Pawlik e la prolusione sul tema delle “condizioni di ammissione al processo breviore e il ruolo del vescovo in tale forma processuale”, quest’anno tenuta da mons. Paolo Bianchi, vicario giudiziale del TER Lombardo.
Alla presenza dei vescovi umbri e dei rappresentanti della Magistratura civile, a Perugia nella sala del Dottorato delle Logge della cattedrale di San Lorenzo, il 6 marzo, si è così celebrata l’inaugurazione dell’Anno giudiziario del Teiu. Ha presieduto l’incontro l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve il cardinale Gualtiero Bassetti, moderatore del Teiu, tribunale competente per le cause di nullità matrimoniale per le archidiocesi e le diocesi in Umbria.
Al centro della prolusione di mons. Bianchi il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus con cui Papa Francesco, nel 2015, ha riformato il processo di nullità matrimoniale canonica. Mons. Bianchi ha illustrato i passaggi fondamentali del processus brevior, il processo breve di cui è competente il vescovo stesso, o meglio, ha precisato, il vescovo ordinario diocesano, non un suo delegato né un vescovo emerito. Processo breve, ha sottolineato nell’ampia prolusione pubblicata sul sito del Tribunale insieme alla relazione del Vicario Giudiziale (www.tribunaleecclessiasticoumbro. it), che può essere introdotto quando sono evidenti e ben documentate le cause di nullità (ovvero il fatto che il sacramento del matrimonio non è stato validamente celebrato). Il ‘processo breve’, ha detto il cardinale Bassetti sottolineando l’impegno della cura pastorale della Chiesa per gli sposi, consentendo di fare chiarezza sulla situazione matrimoniale in tempi brevi, è un “grande dono”, “un gesto bellissimo del Papa a seguito del Giubileo Straordinario della Misericordia”.
Il cardinale ha espresso “gratitudine al Tribunale ecclesiastico per l’accuratezza nell’applicare le norme nella fedeltà alla verità e tenendo conto con carità pastorale della salus animarum riconoscendo i tanti cuori feriti che vengono a sottoporre alla Chiesa i loro drammi che colpiscono l’istituzione più fragile che è la famiglia”.
Nella sua dettagliata relazione il Vicario giudiziale p. Pawlik si è soffermato sulle cause di nullità del sacramento e in particolare sul “consenso”, ricordando che “alla luce dell’insegnamento pontificio, la mancanza della fede, la lontananza dalla pratica religiosa e la vita vissuta nel- l’opposizione ai principi morali cristiani, ecc. (elementi che in buona parte possono essere verificati e provati con l’istruttoria canonica), incidono o almeno possono incidere gravemente sul consenso matrimoniale, che non può più essere inteso – come insegna Papa Francesco – come un “automatismo”, ma esige sempre per la sua validità “una coscienza illuminata dalla fede (ossia l’intenzione di fare davvero ciò che fa la Chiesa), come il risultato di una combinazione tra umano e divino”.
Il vicario giudiziale si è soffermato anche sui costi delle cause sui quali “ancora oggi circolano notizie infondate” per cui “tante persone sono scoraggiate, diffidenti fino a rinunciare in partenza ad accostarsi al Tribunale Ecclesiastico per introdurre la causa, pur avendone diritto e motivi validi”. Padre Pawlik ha anche ricordato che “nella Chiesa la giustizia è accessibile a tutti senza distinzione, tanto è vero che anche quest’anno ci sono stati 47 persone esonerate totali e 22 che hanno ottenuto le riduzioni dal contributo dovuto per le spese processuali, mentre sono state 37 le parti attrice e 3 le parti convenute che hanno contribuito regolarmente alle spese. Questo – ha aggiunto – è possibile grazie all’8xMille alla Chiesa cattolica”.