Magnifica(t) visita

PASTORALE GIOVANILE. Pellegrinaggio alla Mentorella

Si è svolto dal 17 al 19 aprile il tradizionale pellegrinaggio organizzato dalla pastorale giovanile della diocesi. Hanno partecipato circa un centinaio di ragazzi e ragazze appartenenti a varie parrocchie, guidati da don Livio Tacchini e don Giancarlo Lepri. La meta è stato il santuario della Madonna della Mentorella, luogo di profonda spiritualità, fondato secondo la tradizione da Costantino sul luogo della conversione di sant’Eustachio martire. Il santuario ha origini molto antiche. Secondo la tradizione, infatti, il primo nucleo sarebbe stato fondato nel IV secolo da Costantino (l’imperatore che concesse la libertà di culto ai cristiani), nel luogo in cui era avvenuta la conversione di Placido, generale romano martirizzato sotto Adriano verso il 130 d.C. e venerato col nome di sant’Eustachio, uno dei primi martiri cristiani. Intorno al 500 d.C. vi soggiornò per due anni, di passaggio da Roma, Benedetto da Norcia, e in seguito a ciò il complesso fu donato da papa Gregorio Magno ai benedettini, che lo ressero fino al XIV secolo, quando cadde in abbandono. Restaurato nel Seicento, dal 1857 il santuario è in mano ai padri Resurrezionisti polacchi, che lo reggono tuttora. Lo scorso novembre ‘ come Giovanni Paolo II ‘ anche papa Benedetto XVI vi si è recato in visita, ma il santuario della Mentorella è conosciuto soprattutto per essere stato molto caro a papa Woytila, che amava salirvi a piedi per raccogliersi in preghiera, ed è stato la meta della sua prima uscita ufficiale da Roma come pontefice. Ecco un frammento del discorso da lui pronunciato in quell’occasione: ‘Leggiamo nel Vangelo di Luca che Maria, dopo l’Annunciazione, si recò tra le montagne per visitare la sua parente Elisabetta. Arrivata ad Ain-Karin, mise tutta la sua anima nelle parole del cantico, che la Chiesa ricorda ogni giorno nei Vespri: ‘L’anima mia magnifica il Signore’. Ho desiderato di venire qui, tra queste montagne, per cantare dietro le orme di Maria il Magnificat’. Lo stesso sentiero percorso da Karol Wojtyla, che sale ripido verso lo sperone roccioso su cui sorge il santuario, è stato percorso dai ragazzi nell’ultimo giorno di cammino, dopo aver percorso a piedi più di 40 km nei primi due giorni, facendo tappa prima a Castel Madama e poi nel paesino medievale di Ciciliano, alloggiando in una palestra e in alcune sale concesse dalle amministrazioni comunali dei due paesi, con ben poche comodità a disposizione. Proprio questo infatti deve essere il senso del pellegrinaggio, un itinerarium mentis in Deum in cui bisogna ricercare l’essenziale, anche se ben pochi hanno saputo rinunciare ai loro lettori cd portatili o ai quotidiani sms sul cellulare.

AUTORE: Marco Montedori