di Pier Giorgio Lignani
Insomma, hanno ragione quelli che dicono che Mussolini è, sì, colpevole di avere trascinato l’Italia e se stesso nella tragedia finale, ma nei suoi venti anni di governo aveva fatto anche cose buone? O hanno ragione invece quelli che dicono che era stato tutto un susseguirsi di sopraffazioni e di crimini?
Questi interrogativi si rimpallano in Italia dal 1945, e sono diventati un po’ stucchevoli, anche se nelle ultime settimane sono tornati alla luce. Io trovo questo dibattito, più che altro, inutile. La Storia il suo giudizio lo ha già dato, e da un pezzo. Nel suo insieme il fascismo è stato un disastro per l’Italia, anche se alcune delle sue pagine, staccate dal resto, possono apparire positive. Ma quelle decisive – le leggi razziali del 1938 e tutto quello che è venuto dopo: l’alleanza con Hitler, l’entrata in guerra, la folle aggressione alla Grecia, la spedizione in Russia, la complicità con l’occupazione nazista – hanno cancellato tutti i meriti, se pur ve ne era qualcuno. Del resto, è vero che il primo governo Mussolini, nel 1922, entrò in carica con il voto di fiducia di un Parlamento nel quale i fascisti erano una piccola minoranza, dunque con il voto di molti che fascisti non erano; ma è anche vero che la salita al potere era stata preparata da due anni di squadrismo violento e fu seguita dagli assassini di oppositori come Matteotti, don Minzoni e i fratelli Rosselli. Negli stessi anni altri oppositori, come Amendola e Gobetti, se non direttamente assassinati, morirono in conseguenza delle violenze subite. Il Governo fascista era nato, fin dall’inizio, sotto il segno della violenza e del sangue. C’è da dire anche che quella che i nostri vecchi consideravano la pagina più luminosa del fascismo, la conquista dell’Etiopia e la fondazione dell’Impero, a un’analisi storica più attenta si rivela anch’essa una pagina oscura. Quella guerra, di per sé priva di giustificazioni morali (ammesso che una guerra di aggressione possa averne), fu condotta con mezzi sleali e aveva per nemico l’unico popolo di antica cristianità in Africa. Per di più, l’Impero era così fragile che cadde dopo soli cinque anni.
Davvero non c’è nel fascismo gran che da rimpiangere.