Si è svolto a Spagliagrano il primo incontro della scuola associativa dell’Azione cattolica diocesana di quest’anno. In questo primo appuntamento è stato invitato a parlare sul tema “La spiritualità dei laici di Ac” il presidente nazionale dell’Ac Matteo Truffelli, il quale, dopo la sua relazione, si è intrattenuto con i partecipanti in un momento di convivialità.
L’incontro è iniziato con un breve commento su un brano biblico da parte dell’assistente diocesano don Andrea Rossi.
Il presidente ha poi iniziato il suo intervento ricordando che l’Azione cattolica è un “ministero associato”, è un’associazione in cui i laici, insieme ai presbiteri, desiderano fare discernimento affinché ognuno possa vivere la propria vita incarnata nel Vangelo di Cristo. La bellezza dell’Azione cattolica è costituita dall’essere un gruppo di laici che ama la propria Chiesa locale e la propria terra, senza avere paura della difficoltà di una corresponsabilità “intergenerazionale”. Nell’Ac la corresponsabilità si vive prima di tutto nell’ascolto dell’altro, affinché insieme si possa fare discernimento sulla chiamata di Cristo, così da saper dare le risposte giuste alle domande che le persone si pongono in questo momento storico.
La celebrazione dei 150 anni di Azione cattolica non è un momento per l’autocelebrazione o per ricordare con nostalgia i tempi andati, ma è un modo per tornare a riscoprire la bellezza della nostra storia, che ha fatto la storia della Chiesa e del nostro Paese in epoca moderna. Una storia fatta non solo da nomi illustri, come La Pira, Bachelet, Aldo Moro solo per ricordarne alcuni – , ma anche da tante persone che nel silenzio hanno svolto, egregiamente e al servizio del regno di Dio, il loro lavoro quotidiano con passione, e che con questo stile hanno saputo trasmettere la fede e l’amore per la Chiesa nell’Azione cattolica alle generazioni successive. Agli aderenti di Ac, ma anche a tutti i laici, è chiesto di guardare al nostro tempo come al più bel tempo da vivere perl’evangelizzazione, amando la Chiesa, il territorio, il tempo e la realtà che ci sono donate. Nell’Ac si riesce a stare bene nel proprio tempo perché lo si fa insieme, con una corresponsabilità condivisa, sapendo di non essere soli ma di far parte di un progetto più ampio dove ogni laico associato ha fatto la scelta di vivere insieme agli altri la propria vocazione.
Lo scegliere di associarsi non ha lo scopo di dividere ‘facendosi riconoscere’, ma quello di unire le persone intorno a un progetto, capaci di viaggiare insieme e, insieme ai loro Pastori, avere la forza di sostenersi. Nell’Azione cattolica si impara anche a comprendere che l’essere laico impegnato nella Chiesa deve essere un tutt’uno con la propria vita, con l’essere cittadino del mondo. Matteo Truffelli ha concluso il suo intervento ricordando che il laico di Ac vive la propria vita spirituale per alimentare l’incontro con gli altri e la passione nell’evangelizzazione, e che l’appartenenza all’Azione cattolica non si manifesta nel fare o non fare iniziative ma nel desiderio di essere Chiesa.