Fu così che decollarono le Tecnologie speciali

Un caso di rinascita dopo la 'fuga' di una multinazionale: la Brown di Corciano

In Umbria c’era una multinazionale (la britannica Brown) che produceva riduttori di velocità – i motorini usati, fra l’altro, per muovere i nastri trasportatori – e adesso non c’è più. Al suo posto, da quasi due anni, c’è la cooperativa degli ex lavoratori della Brown Italia. Il suo nome per esteso è Società cooperativa Tecnologie speciali (Ts) e si trova a Taverne di Corciano, in provincia di Perugia. Un giorno Brown, che ha oggi i suoi uffici in Inghilterra, Scozia, Spagna e Francia e con distributori in mezzo mondo, disse loro: ‘Mi spiace ragazzi, fine dei giochi. La mia multinazionale lascia la produzione e l’Umbria’. Tant’è vero che, alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Perugia, il ramo italiano del Brown Group Ltd. figura da tempo in liquidazione. Fra i soci locali del gruppo Brown c’era Maurizio Morbidelli, con il suo 8,5 per cento. Morbidelli, 57 anni, è tipo che non molla. Frizzante, ottimista e iperattivo. Toscano aretino trapiantatosi nel Perugino, sono diciotto anni che lavora per l’azienda di Taverne di Corciano, prima sotto il vertice della multinazionale britannica, oggi al vertice della cooperativa di lavoratori che ha fondato con gli attuali 14 soci. Ts dà attualmente lavoro a 30 dipendenti e presenta un fatturato annuo di 2 milioni e mezzo di euro. Intervistare Morbidelli è stata una piccola impresa. ‘No, guardi, è ancora all’estero’, ‘No, ci scusi, ma è tornato e ripartito’ e così via per più due mesi. Infine accetta una breve intervista, prima di salire sull’ennesimo aereo per la Thailandia. Scusi Morbidelli, ma che ci va a fare in Thailandia? ‘Abbiamo una nostra azienda controllata per la produzione di un nostro aeromodello, aprirà ufficialmente il prossimo mese’. Ma non facevate riduttori di velocità? ‘Sì, che al 90 per cento vendiamo sul mercato europeo. Ma sa, a Parigi, lo scorso anno abbiamo vinto con il nostro aeromodello – due metri di apertura alare – il campionato sportivo di categoria S3A e adesso apriamo la produzione di aeromodelli nel Sud-Est asiatico’. Un modello di aereo sportivo può costare anche 5 mila euro. ‘Ci si potrebbe comprare una Panda’, scherza Morbidelli. Ma ha ragione: il mercato dell’aeromodellismo c’è ed è riservato ai benestanti, a chi snobba un’utilitaria e preferisce un ‘giocattolone’ in più. Poi Morbidelli ci dice che è stato nominato responsabile e direttore del prossimo campionato europeo 2008 di aeromodellismo sportivo che si svolgerà a Perugia e che, per piazzare sul mercato il suo aeromodello prodotto dalla controllata thailandese, ha già pronti distributori ad Hong Kong, in Germania, in Giappone e in Spagna. Un uomo che, in una parola, ha saputo unire il dilettevole (la sua passione per l’aeromodellismo) all’utile, creando nuovo lavoro per la Ts. D’accordo Morbidelli, lei ci sa fare. Però quando la multinazionale se ne andò, ve la siete vista brutta”Il nostro ex socio britannico era specializzato soprattutto nella commercializzazione dei prodotti e scelse di ritornare completamente in quel campo, che conosceva bene. In Italia niente più produzione per lui, dunque. Ma noi, in circa 8-9 mesi, riuscimmo a far capire al mercato che Ts aveva in mano la produzione. E che la nostra cooperativa era viva e competitiva’.

AUTORE: Paolo Giovannelli