L’Urbinate ebbe qui la sua palestra pittorica

Aperta la mostra 'Gli esordi di Raffaello'

Si è aperta il 24 marzo, nei locali di palazzo Vitelli alla cannoniera, sede della Pinacoteca comunale, la mostra ‘Gli esordi di Raffaello tra Urbino, Città di Castello e Perugia’. Un’occasione per vedere riunite quattro opere dell’Urbinate che testimoniano il pieno affermarsi della sua personalità artistica proprio nel periodo in cui operò a Città di Castello. Il primo dipinto documentato eseguito per la città è la pala di San Nicola da Tolentino (1500-1501). L’ultima opera tifernate di Raffaello è lo Sposalizio della Vergine (1504), oggi a Milano, Pinacoteca di Brera. Fino al 1781, anno in cui fu portato via dal generale napoleonico Lechi, si trovava sull’altare della cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco. Le quattro opere esposte alla mostra sono il Gonfalone della Santissima Trinità, rimasto sempre a Città di Castello e che ora è stato oggetto di un ultimo restauro; la Predica di san Giovanni Battista, concessa dalla National Gallery di Londra; la Santa Caterina d’Alessandria, proveniente dalla Galleria nazionale di Urbino, e un disegno arrivato dal British Museum di Londra. In sede di presentazione Federico Mancini, dell’Università di Perugia, ha osservato come fra l’ultimo decennio del 1400 e i primi anni del 1500 l’Umbria sia stata la punta di diamante della sperimentazione artistica italiana. Presente anche Tom Hery, della Oxford Brookes University che ha messo in rilievo l’eccezionalità di questa mostra ricordando come le opere di Raffaello siano fragili e difficilmente trasportabili; non ha mancato di ricordare come a Città di Castello il pittore compì i suoi primi passi con tre pale d’altare e uno stendardo. Nel periodo in cui quest’ultimo è stato esposto alla National Gallery, dove si trova anche un’altra opera del maestro urbinate, la Crocifissione Mond, si calcola che 25.000 persone abbiano visitato la mostra. La dott.ssa Marcone, dell’Istituto centrale per il restauro di Roma, ha parlato dettagliatamente dell’opera compiuta sul Gonfalone, particolarmente complessa poiché si trattava di due tele unite ed è stata necessaria la loro separazione nonché la rimozione di vecchie riparazioni. Le due facce dello stendardo appaiono ora disposte l’una accanto all’altra. Nel dare il benvenuto agli ospiti il sindaco, Fernanda Cecchini, ha fatto presente come sia stato possibile realizzare questa mostra, che espone ‘pochi pezzi, ma di grande pregio’, grazie alla collaborazione di molti e non ha mancato di ricordare il ruolo di Città di Castello nella formazione e affermazione del giovane Raffaello che ha lasciato qui un’impronta significativa. Il vicesindaco Rosario Salvato ha ricordato come dal 1983, quando fu tenuta una mostra ‘virtuale’, non si era parlato così tanto di questo importante tema. Completano l’esposizione dei preziosi dipinti documenti vari tratti dall’Archivio notarile mandamentale di Città di Castello e dalla Biblioteca comunale. Bella ed esaustiva la pubblicazione Gli esordi di Raffaello, edizioni Edimond, uscita in questa occasione. La mostra resterà aperta fino all’11giugno.Ciampi: ci vuole un polo tifernate dedicato all’arte contemporaneaNon solo arte antica: nel futuro di Città di Castello c’è anche un centro per l’arte contemporanea. La proposta ha uno sponsor che si chiama Carlo Azeglio Ciampi. Fu infatti il presidente della Repubblica, in occasione dell’inaugurazione a Roma, alle Scuderie del Quirinale, della mostra su Alberto Burri a dichiarare pubblicamente che Città di Castello si è ormai affermata come sede idonea di un polo di eccellenza per l’arte contemporanea. Ora questa idea sta camminando speditamente. Tutti i gruppi del Consiglio regionale hanno presentato una mozione che impegna la Regione a muoversi in tale direzione. Il Comune di Città di Castello, poi, ha individuato le linee per creare un Laboratorio sperimentale per l’arte contemporanea in Umbria, realizzando un Centro di documentazione delle arti contemporanee, al quale concorrano il pubblico ed il privato. In particolare la fondazione Palazzo Albizzini-Museo Burri, con la sua esperienza, potrebbe fungere da soggetto aggregatore e coordinatore dell’iniziativa che si svilupperebbe anche nella direzione di mettere in rete le iniziative esistenti e svilupparne delle nuove, anche di carattere espositivo. La Soprintendenza regionale, del resto, già nel giugno del 2004 aveva elaborato una proposta di progetto per la creazione del Centro di documentazione delle arti contemporanee a Città di Castello (da aggregare alla Fondazione Palazzo Albizzini) sulla quale si era registrato l’assenso di massima della Presidente della Regione dell’Umbria. Il centro di documentazione delle arti contemporanee in Umbria sarebbe chiamato a svolgere attività di documentazione interdisciplinare sull’arte contemporanea a livello internazionale, con biblio-mediateca ed emeroteca specializzate – oggi inesistenti nella Regione – nella conservazione degli archivi degli artisti umbri, nella raccolta del materiale di stampa riguardante l’arte contemporanea in Umbria e nel mondo, creando così una banca dati in continuo aggiornamento, quale premessa e presupposto di coordinamento e promozione di tutte le iniziative del settore. Questa iniziativa presuppone, ovviamente, la disponibilità di una struttura idonea ad ospitare uffici, sale di lettura e consultazione, spazi per depositi bibliotecari ed anche per esposizioni temporanee. Le istituzioni locali e regionali potrebbero assicurare le risorse finanziarie necessarie per la gestione del centro.

AUTORE: Eleonora Rose