La risposta al Mercato? Fare squadra

Economia. Le piccole, medie e micro-imprese umbre si uniscono per diventare più competitive

I poli industriali di eccellenza ancora non ci sono. Ma sono agognati dalle associazioni della piccola e media impresa dell’Umbria per essere più competitive sul mercato globale. Campo difficile per le Pmi umbre, arene economiche dove vince chi ha più ricerca, formazione e tecnologia avanzata. Tuttavia l’Umbria delle piccole, medie e micro imprese si sta attrezzando: infatti si può già parlare di poli industriali di eccellenza in embrione, di veri e propri tentativi in corso di dar vita ad essi da parte delle Pmi nostrane. La loro nascita avverrà per ‘parto naturale’, spontaneamente, grazie alla voglia di fare squadra delle Pmi umbre, decise (e spinte dalla globalizzazione) a lottare ad armi pari con i loro competitori sul mercato mondiale. Prove di polo industriale. A Perugia’Sono attualmente quattro le ‘prove’ di polo industriale di eccellenza individuabili in Umbria. Due nella provincia di Perugia, due in quella di Terni. Nel Perugino, si sta profilando una aggregazione di Pmi specializzate nei settori della meccatronica e del ‘nuovo abitare’ (case ecocompatibili hi-tech). Il settore della meccatronica farebbe capo alla Ponti Engineering ‘ alla quale verrebbe affidato il presidio manageriale e dei rapporti politico-istituzionali, l’ingegnerizzazione tecnico-finanziaria dei progetti e il monitoraggio delle opportunità dei bandi di gara di ogni livello; comprenderebbe imprese quali Bimal, Bosch, Cmc, Comatec, Gbm, Solgenia, Ponti Group, Lifetronic, Rampini, Teleunit, Tma e Zev. Il settore dell’abitare, che riunirebbe una ventina di aziende, farebbe invece capo agli Arredamenti Mandarini, già autori di Ecotechome, ‘spazio culturale, fisico e commerciale’ che a Torgiano, in località Ferriera, fonde l’architettura pro natura e la ricerca nella domotica, ossia nella casa del futuro, moderna nella tecnologica, nei materiali da costruzione quanto nei servizi hi-tech integrati al suo interno. ‘ e nella conca ternanaA Terni, invece, un primo polo industriale di eccellenza crescerebbe attorno al settore delle cosiddette nanotecnologie (aerospazio, fotovoltaico, fibre e plastiche). ‘Api Terni – spiega Alessandro Ferroni – ha invitato le imprese interessate ad un primo incontro, programmato nelle prossime settimane, per individuare possibili collaborazioni su specifici ambiti e progetti di ricerca fra le stesse imprese e l’università’. L’altro polo industriale di eccellenza ternano si svilupperebbe in ambito sistematico, guidato dalla Sistematica, azienda specializzata nel software: accoglierebbe sue ‘controllate’ quali Digistar (sicurezza), Digisys (comunicazione e produzione multimediale, editoria elettronica, internet working, portali e siti web, realtà virtuale e formazione a distanza), Digiwrite (tecnologia Anoto ‘Pen & Paper’, combinazione di una penna a sfera a tecnologia senza fili Bluetooth e di una ‘carta digitale’), Digimat (algoritmica per il telerilevamento e applicazioni per la sanità) e altre società. Al via l’era evolutiva dei distretti industrialiNegli ultimi anni, nei distretti industriali italiani, è aumentata la differenza fra aziende capaci di solcare il mercato globale e altre no. ‘Il distretto – afferma oggi il consigliere Confapi Perugia delegato allo sviluppo economico territoriale, Maurizio Staffa – deve pertanto in parte decomporsi per poter ricostruire le sue catene del valore e i suoi schemi di divisione del lavoro’. Stiamo per assistere, quindi, all’era evolutiva dei ‘vecchi’ distretti industriali. Ma che cosa serve per superare il distretto industriale e per proiettare sugli schermi delle Pmi umbre almeno il trailer dei nuovi poli industriali di eccellenza? Ancora Staffa: ‘Occorre, fra l’altro, lo sviluppo di funzioni di leadership da parte di imprese capofila, che ‘traghettino’ le imprese associate verso schemi adatti a dilatare le relazioni di distretto verso l’esterno e verso nuove imprese di origine esterna’.

AUTORE: Paolo Giovannelli