Troppo pochi momenti di silenzio

Caro don Verzini, talvolta mi sembra che le nostre celebrazioni non conoscano il silenzio e la meditazione, risultando confusionarie e poco contemplative. Cosa può dirci in merito?

Carissimo lettore, è vero, spesso ci si imbatte in chiese e celebrazioni rumorose e chiassose, cosa dovuta perlopiù o alla scelta di canti non strettamente liturgici o all’assenza di momenti di silenzio. Per i canti, spero ci sia un’occasione futura per parlarne; per oggi ci soffermeremo brevemente sul silenzio.

La tradizione biblica in più occasioni ci ricorda che il Signore parla nel silenzio, basti ricordare il passo del Primo libro dei Re al capitolo 19, dove Dio non era nel vento impetuoso, nemmeno nel terremoto, nemmeno nel fuoco, ma nel mormorio di un vento leggero (cfr. 1Re 19,11-12). Il silenzio quindi risulta spazio e tempo inabitato dal Signore che desidera parlare con il suo popolo. Dimenticarsi di questo luogo privilegiato di dialogo tra Dio e l’uomo è perdere occasione per ascoltare cosa il Signore ha da dirci. Per questo la liturgia ci vie- ne incontro attraverso dei tempi di silenzio da dover rispettare, indicati anche nei libri liturgici.

Se prendiamo l’ Ordinamento generale del Messale romano ,che regola la celebrazione eucaristica ai giorni nostri, vediamo come il silenzio risulta essere un linguaggio sostanziale della liturgia, e non secondario. Infatti “si deve osservare, a suo tempo, il sacro silenzio, come parte della celebrazione. La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole celebrazioni. Così, durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica” (n. 45).

Anzi, il documento continua richiamando la necessità del silenzio nell’aula liturgica prima della celebrazione e in sagrestia mentre i ministri indossano i paramenti, di modo da prepararsi per l’azione liturgica che si sta per celebrare.

Notiamo quindi come il sacro silenzio sia disseminato nella celebrazione eucaristica perché è la natura stessa della liturgia, come luogo di relazione tra l’Umano e il Divino, che lo esige.

 

AUTORE: Don Francesco Verzini