Tutto bianco

Sabato 4 marzo. Roma, udienza del Papa all’Ucid. Invito del card. Antonelli, che dell’Ucid è il Consulente ecclesiastico nazionale. Ucid: Unione cristiana imprenditori e dirigenti.”Ma come!? Proprio tu, ex comunistello di sagrestia che non sei altro!, tu che identificavi gli ‘imprenditori’ con i ‘padroni’!?”. Tu quoque Brute. Sì, ego quoque. Comunista di sagrestia, io? Balle. “È stata la storia che ci si è buttata contro”, diceva don Milani.

Il mercato ha vinto sul nostro ingenuo desiderio di giustizia. Le economie socialiste socializzavano solo le toppe sul sedere, mentre il mercato produceva ricchezza. Ma nel contempo s’imbestialiva. Sfornare la torta bella e grossa, ma poi dividerla equamente: due compiti inscindibili.

Nel pomeriggio, con Antonelli in mezzo a noi, ci abbiamo ragionato su, nell’auditorium dell'”Augustinianum”, con gente del calibro di Bazoli, Abete, Averna, Ferro, Gabotto. Poi, sempre con loro, ci abbiamo pregato su in San Pietro, insieme, all’altare della Confessione. La prospettiva che attingendo alla nostra fede, possiamo contribuire a umanizzare il mercato, iniettando nelle sue logiche, dall’interno, la linfa vitale che occorre, questa è la nuova frontiera della speranza cristiana. Ero gasato il giusto, quando il card. Antonelli, uscendo dall’auditorium dell'”Augustinianum”, mi ha preso a braccetto ed è partito verso la sagrestia della basilica di San Pietro, dove era previsto che, due vescovi e una ventina di noi preti, concelebrassimo con lui. Eravamo in ritardo, e lui pedalava come un ventenne, e io arrancavo senza il coraggio di chiedere misericordia.

Per qualche centinaio di metri. Io che di metri ne faccio qualche centinaio in tutto l’anno. Trascinato, a rimorchio. “Don Ennio” ha presieduto la concelebrazione e ha tenuto un’omelia splendida. E all’improvviso io l’ho visto tutto bianco. All’altare. Tutto bianco: lo zucchetto, le maniche e il bordo inferiore della talare. In sagrestia ha deposto casula e camice, e il bianco ha sfolgorato. “Vuoi ancora fare il profeta?! Non t’è bastata la figuraccia dell’altra volta?!”. No, niente profezie. Mai più.

Ma io l’ho visto davvero tutto bianco, lui, l’antico straordinario compagno di seminario, l’antico eccellente collega docente al liceo, l’antico vescovo amatissimo della mia Gubbio. Tutto bianco. No, niente profezie. Si tratta di tutt’altra cosa. Si tratta che, come m’ha spiegato un oculista fatto in casa, a mano a mano che ci si invecchia, nella nostra retina senile si crea un doppio fondo. Su quello inferiore s’imprimono le immagini forgiate dal nostro desiderio. S’imprimono lentamente, e ancora più lentamente svaniscono.

AUTORE: Angelo M. Fanucci