Il 2 luglio dovrà essere una grande festa, con grande partecipazione di popolo. Ci sarà la “traslazione” (trasferimento, da Cenerente all’ospedale) delle spoglie mortali di Vittorio Trancanelli, il medico perugino morto nel 1998 a soli 54 anni, e che la Chiesa ha dichiarato “venerabile” con il decreto firmato da Papa Francesco in Vaticano il 21 febbraio scorso.
L’annuncio è stato dato in cattedrale, al termine della Veglia di Pentecoste promossa e preparata dalla Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi (vedi sotto). Occasione provvidenziale, quasi un appuntamento dato da Vittorio, medico e padre di famiglia, ai laici come lui, di tutta la diocesi.
Se fosse ancora qui forse avrebbe commentato: “Se ce l’ho fatta io, potete farcela anche voi!”. Che è, in un certo senso, la traduzione popolare di quanto la Chiesa vuol dire dichiarandone la “venerabilità”, ossia la possibilità di prendere Vittorio come esempio di vita e rivolgersi pubblicamente a lui nella preghiera.
Questo è oggi possibile perché la vita di Vittorio è passata al vaglio della Chiesa con un lungo e minuzioso “processo” iniziato dal vescovo Giuseppe Chiaretti in questa diocesi e proseguito alla Congregazione delle cause dei santi in Vaticano (prima studiato da nove teologi, poi da una commissione di vescovi e cardinali) per terminare con il decreto firmato dal Papa.
La festa “alla quale – dice il card. Bassetti – prenderanno parte autorità civili e religiose e, mi auguro, tantissimi fedeli della nostra arcidiocesi, sarà l’occasione grande per ringraziare Dio di aver suscitato nella nostra Chiesa questa vita santa, spesa a servizio dei poveri e dei malati, segno imperituro che la grazia di Dio, donata a noi dall’effusione dello Spirito santo, sempre opera per la santificazione del mondo”.
Vittorio Trancanelli è dunque già “santo” ovvero indicato dalla Chiesa come modello di vita, anche se il processo di canonizzazione riserva questo titolo a coloro che hanno “confermato” quanto la Chiesa ha dichiarato intercedendo per due miracoli (dopo il primo è dato il titolo di beato).
Il 2 luglio sarà l’occasione per comprendere quanto sia vero ciò che la Chiesa ci ha ricordato con il Concilio Vaticano II nella Lumen gentium (n. 40; testo su w2.vatican.va), ossia che la santità è “pienezza della vita cristiana e perfezione della carità” e che “tale santità promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano”.
Papa Benedetto XVI, nell’udienza generale del 13 aprile 2011 dedicata al tema della santità, osservava che “i santi appartengono a tutte le età e a ogni stato di vita, sono volti concreti di ogni popolo, lingua e nazione. E sono tipi molto diversi”. E aggiungeva che “la santità cristiana non è altro che la carità pienamente vissuta”.
La vita di Vittorio – e di sua moglie Lia – è una vita straordinariamente ordinaria, diversa da quella di tutti gli altri santi, ma uguale nel desiderio di fare “come Gesù” tutto quello che era possibile fare. Senza proclami ma con scelte meditate, anche sofferte, sempre condivise come coppia.
Questo è quanto raccontano le testimonianze pubblicate dall’editrice La Voce nel libro Vittorio Trancanelli.
Un segno dello Spirito, rivelato a Pentecoste
Bisogna invocare con forza lo Spirito e chiedergli che la nostra vita faccia un salto di qualità. Lo Spirito ci aiuti tutti a passare dalla stanchezza e, forse, dalla rassegnazione, a un nuovo slancio creativo e contagioso. Dobbiamo avere la certezza che il fuoco che lo Spirito acceso a Pentecoste si è diffuso ed è arrivato fino a noi”. Nella cattedrale di San Lorenzo, queste parole del card. Gualtiero Bassetti erano rivolte ai fedeli che hanno partecipato alla Veglia di Pentecoste la sera del 3 giugno. “Guai – ha aggiunto – se noi cristiani fossimo i pompieri che spengono questo fuoco che ha rinnovato la terra!… Lasciamoci investire dalla forza della Spirito, che rinnova la faccia della terra” ha aggiunto il Cardinale rivolgendo lo sguardo al mondo e invitando i sacerdoti, i religiosi, i laici presenti (tra cui anche adulti che hanno ricevuto il sacramento della cresima proprio nella Veglia di Pentecoste) a pregare e a impegnarsi per quanto accade intorno a noi. Ha richiamato la “nostra città e diocesi”, i giovani, le famiglie, “i nostri fratelli terremotati”, “tutte le nostre istituzioni perché garantiscano la pace, la concordia e il bene comune”, l’ambiente, la pace nel mondo, i cristiani perseguitati, e ha invocato lo Spirito affinché siano distrutti “gli odii di razza, e tutti i popoli accolgano le leggi del Tuo amore, e infondi il tuo alito di vita su tutte le strutture di morte che opprimono l’umanità”.
La traslazione di Trancanelli all’ospedale
A conclusione della Veglia il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti ha annunciato la solenne traslazione delle spoglie mortali del venerabile servo di Dio Vittorio Trancanelli dalla chiesa di Cenerente (Pg) alla cappella dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” domenica 2 luglio. Da Cenerente la bara sarà portata nella chiesa della Sacra Famiglia in San Sisto. Da lì alle ore 16 verrà condotta a spalla fino alla cappella dell’ospedale, accompagnata processionalmente da tutto il popolo di Dio. In cappella, dopo la tumulazione della bara e il gesto della donazione delle venerate spoglie mortali con atto notarile da parte della vedova e del figlio Diego alla Curia arcivescovile di Perugia, verrà celebrata l’eucaristia presieduta dal Cardinale e concelebrata dai vescovi e sacerdoti presenti. Al termine i fedeli potranno sfilare in preghiera dinanzi al sarcofago di Vittorio Trancanelli. Per il programma dettagliato: www.diocesi.perugia.it.
M. R. V.