Sì, amatissimo Papa Francesco, ci saremo anche noi. Ci saremo tutti, quel 20 giugno che ti aspettano a Bozzolo (Mantova) don Primo e a Barbiana (Firenze) don Lorenzo. Ci saremo con t
utto il cuore, noi che sulle gambe indebolite non possiamo più fare affidamento.
Un Papa che finalmente prega e parla sulla tomba di due profeti che la Chiesa ha a lungo ignorato e addirittura bastonato.
La sua riabilitazione don Primo l’ebbe da Papa Giovanni nel 1959, a poche settimane dalla sua morte, quando il grande Papa in pubblica udienza, shockante e del tutto imprevisto, lo additò a tutti come “La tromba dello Spirito santo nella Valle Padana”. Su don Lorenzo Milani, ancora shockante, ancora del tutto imprevisto, è arrivato nel 2017 il videomessaggio di Papa Francesco alla recente Fiera del Libro di Milano. L’ha ricordato come un sacerdote
che amava la Chiesa non perché gli assicurava il pane e il companatico e lo status sociale, ma perché più volte la settimana ho bisogno del perdono dei miei peccati, e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa.
E ha aggiunto: Tutti abbiamo letto le tante opere di questo sacerdote toscano, morto ad appena 44 anni, e ricordiamo con particolare affetto la sua Lettera ad una professoressa, scritta insieme con i suoi ragazzi della scuola di Barbiana, dove egli è stato parroco. Come educatore ed insegnante egli ha indubbiamente praticato percorsi originali, talvolta, forse, troppo avanzati e, quindi, difficili da comprendere e da accogliere nell’immediato. Papa Bergoglio ha alluso anche a qualche attrito e qualche scintilla, a qualche incomprensione con le strutture ecclesiastiche e civili, a causa della sua proposta educativa, della sua predilezione per i poveri e della difesa dell’obiezione di coscienza.
Ma ha concluso: Mi piacerebbe che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, ed educatore appassionato con una visione della scuola che mi sembra risposta all
a esigenza del cuore e dell’intelligenza dei nostri ragazzi e dei giovani.
Poi l’annuncio della visita del 20 giugno prossimo. In elicottero. A Bozzolo il Papa pregherà sulla tomba di don Primo e lo ricorderà ai presenti. A Barbiana ancora una preghiera sulla tomba di don Lorenzo, la visita alla canonica l’incontro con i discepoli di don Milani ancora viventi e con alcuni sacerdoti; e il ricordo di quest’altro profeta, che da 50 anni aspettava un Papa seduto tra i suoi ragazzi, in quella sua amatissima scoletta che, quando seppe che Sorella morte era vicina, il Priore si preoccupò di chiudere per sempre.
Chi, come il sottoscritto, ama visceralmente la Storia della Chiesa, e soprattutto la storia del suo ininterrotto e problematico rapporto con i poveri, non può non essere lassù, il 20 giugno 2017. Cent’anni Fatima, 500 anni Lutero, appena ieri Bozzolo e Barbiana. Ci saremo. Sì, ci saremo tutti.