Stampati per i tipi dello stabilimento tipolitografico Pliniana di Selci, nelle scorse settimane sono usciti gli atti del convegno San Crescenziano di Città di Castello. Storia e culto di un martire dalle origini all’età moderna, che fu promosso dalla diocesi nel 2003, per approfondire le conoscenze scientifiche sul santo cui la tradizione attribuisce l’evangelizzazione dell’Alta Valle del Tevere. Ospitato nel salone gotico del Museo del duomo, il convegno prese spunto dalla ricorrenza del XVII centenario della morte del santo, martirizzato, secondo una delle tradizioni, il 1’giugno 303, sepolto insieme ai compagni di martirio nella pieve di Saddi, e infine diventato, dal 1068, patrono della città di Urbino. E ancora la diocesi è stata promotrice di questa pubblicazione, realizzata in collaborazione con la Deputazione di storia patria per l’Umbria, che pubblica gli atti all’interno della propria rivista. Come scrive il Vescovo nell’introduzione, ‘nel documento di indizione dell’anno giubilare papa Giovanni Paolo II scriveva: ‘Un segno perenne, ma oggi particolarmente eloquente, della verità dell’amore cristiano è la memoria dei martiri. Non sia dimenticata la loro testimonianza. Essi sono coloro che hanno annunciato il Vangelo dando la vita per amore’ (Incarnationis Mysterium, 13). E anche lo studio di una pagina di storia, cioè il fare memoria di cristiani vissuti prima di noi, è un atto di amore. A questo proposito mi piace ricordare quanto diceva il cardinale Giovanni Battista Montini ai laureati dell’Azione cattolica italiana il 30 agosto 1955: ‘Voi studiate la Chiesa. Ebbene non basta. La studiano anche i suoi avversari. E la studiano anche molti buoni cattolici. Ma si fermano allo studio. Ma occorre non solo studiare: occorre soprattutto amare’. Nel caso particolare di san Crescenziano, studiare la storia della diocesi significa riandare alle origini della presenza cristiana nell’Alta Valle del Tevere, recuperando così tasselli preziosi della storia della nostra Chiesa particolare. In un momento in cui si parla molto delle radici della cultura europea, recuperare le radici della comunità cristiana altotiberina assume un profondo significato culturale, per la Chiesa e per l’intero territorio, del quale, da circa sedici secoli, la comunità cristiana si sforza di essere presenza significativa. Nell’insieme, due contributi di Andrea Czortek e Gian Paolo Scharf sono dedicati alla storia religiosa e civile di Città di Castello nella tarda antichità e nell’alto Medioevo, mentre del culto di san Crescenziano si occupano Pierluigi Licciardello e Claudio Leonardi, due tra i maggiori specialisti italiani di agiografia medioevale. Mirko Santanicchia analizza l’iconografia del santo, Francesco Rosi l’antica pieve di Saddi, Stefano Del Lungo i luoghi del culto. Le conclusioni sono tratte da Anna Benvenuti.
Un prezioso tassello della nostra storia
Pubblicati gli atti del convegno su san Crescenziano, martire tifernate di inizio IV secolo
AUTORE:
Francesco Mariucci