Presenze utili da favorire

Multinazionali 'Non sono padrone di tutto, anzi accanto a esse pullulano imprese locali'

Sollecitati dall’articolo de La Voce su ‘Multinazionali. Indagine sulla presenza in Umbria e sull’impatto nel mondo del lavoro’ del 13 gennaio, abbiamo voluto fare una ricognizione sulla reale presenza delle multinazionali nel territorio ternano per verificarne la portata quantitativa e soprattutto per saggiarne i risvolti qualitativi. Ne parliamo con il dott. Adriano Garofoli, presidente della Confindustria Umbria. La proprietà delle industrie ternane è ormai quasi esclusivamente nelle mani delle multinazionali. È così o è un’esagerazione? ‘Le aziende multinazionali rappresentano sicuramente una parte consistente e di grande rilevanza del tessuto industriale della provincia di Terni, ed alcune di esse hanno dato un contributo importante, con la propria attività, alla storia dell’industria della nostra provincia. Ma questo non significa che la proprietà delle industrie ternane appartenga quasi esclusivamente alle multinazionali. Accanto a queste operano, infatti, numerosissime imprese sorte per iniziativa di imprenditori locali. Si tratta per lo più di imprese a carattere familiare, la cui proprietà è saldamente in possesso di chi all’azienda ha dato vita’. La presenza delle multinazionali è dipesa dalla ‘pochezza’ dell’imprenditoria locale o da fenomeni economici più grandi (vedi globalizzazione), i quali sono inarrestabili e così imponenti da passare sopra ad ogni logica o valutazione strettamente localistica? ‘La concentrazione in mano a imprese multinazionali di importanti attività produttive svolte nel territorio ternano non deriva da dismissioni effettuate da imprenditori ternani. Infatti, le aziende acquistate da gruppi multinazionali provengono principalmente dal ceppo dell’industria italiana a partecipazione statale o della grande industria chimica nazionale e internazionale. Esse, cioè, non sono mai state di proprietà di imprenditori locali. Ritengo, d’altro canto, che far parte di gruppi internazionali rappresenti, per molte di esse, condizione essenziale di competitività, operando in comparti nei quali la grande dimensione, l’integrazione e le economie di scala rappresentano fattori indispensabili’. Quali sono intanto gli aspetti positivi, se ce ne sono, che questa presenza del capitale multinazionale ha garantito al nostro territorio? ‘Il contributo dato dalle imprese multinazionali alla crescita economica locale, in termini di produzione di ricchezza, di investimento, di ricerca, di innovazione e di occupazione, è stato di grande spessore, ed è documentato da decenni di storia. Ma oltre al loro peso diretto nell’economia regionale, a me sembra che debba essere anche considerato il ruolo di traino che esse hanno svolto nei confronti di tante imprese locali dell’indotto, stimolandone la crescita e, più in generale, il processo di diffusione di cultura industriale che hanno saputo alimentare. Esse rappresentano quindi, a mio avviso, un patrimonio prezioso che l’Umbria deve cercare di curare e di salvaguardare, per quanto è nelle possibilità, rendendo il proprio territorio più attrattivo rispetto ad altre localizzazioni, in modo da accrescere la convenienza, per queste imprese, di radicarsi sempre più profondamente nel tessuto economico locale’. Quali sono, invece gli aspetti negativi, se ce ne sono, che sono ricaduti nel nostro territorio? ‘Quanto appena detto, esclude, a mio giudizio, che dalle aziende multinazionali operanti nel ternano possano essere individuati aspetti negativi per il territorio, se non quello dell’indebolimento, in alcuni casi, della presenza in loco di funzioni alte – ricerca, marketing, commercializzazione – che vengono separate dalle attività produttive per accentrarle presso le direzioni generali del Gruppo. D’altronde la forte competizione che da tempo è in atto tra Paesi, all’interno dell’Italia, tra regioni per attrarre investimenti internazionali, attraverso un’ampia gamma di strumenti di incentivazione, mi pare dimostri che la presenza di queste grandi multinazionali venga avvertita come una prospettiva economicamente e socialmente vantaggiosa. E questo credo che valga anche per il nostro territorio’. Quale futuro si presenta all’orizzonte? C’è motivo di fiducia o si naviga a vista? ‘Nell’attuale dinamica dei processi di globalizzazione è necessaria una seria riflessione su quali opportunità, minacce, vincoli si aprano non solo per l’Umbria, ma per il nostro Paese, per quanto riguarda la presenza e l’attività delle imprese multinazionali. La Giunta regionale dell’Umbria ha preannunciato una prossima conferenza sulle multinazionali per discutere dei progetti e delle linee di intervento volte a spingere i gruppi multinazionali a rafforzare la loro presenza e ad investire in Umbria. L’obiettivo che dobbiamo realisticamente porci, lo ripeto, è il tema dell’attrattiva della nostra regione comparativamente alle altre regioni ed agli altri Paesi, agendo positivamente sugli aspetti, sulle variabili che rientrano nelle competenze regionali: infrastrutture, energia, formazione, efficienza della Pubblica amministrazione e strutture di ricerca. Si tratta, in sostanza, non di ricette ad hoc per le imprese multinazionali, ma di interventi in grado di correggere quelle criticità del ‘Sistema regione’ che, penalizzando le possibilità di crescita di tutte le imprese, condizionano anche l’attività delle multinazionali più attive e l’afflusso di nuovi investimenti esteri’.

AUTORE: Gianni Colasanti