La ricorrenza dell’Immacolata (8 dicembre) offre normalmente avvio nella nostra diocesi alle festività natalizie, costellate fino all’Epifania di manifestazioni religiose e civili. Ne sarà ancora protagonista il vescovo mons. Sergio Goretti, che con franchezza ha risposto ad alcune nostre domande. Con quali sentimenti si prepara al prossimo termine del suo lungo mandato vescovile? ‘All’avvenimento ero preparato poiché sono passati quasi due anni dal giorno della rinuncia. L’arrivo di un nuovo vescovo sarà utile in quanto porterà voce, esperienze e stimoli nuovi’. Si ritiene soddisfatto di quanto realizzato? ‘A questa domanda dovrebbero rispondere gli altri più che il sottoscritto. Posso solo dire che ho fatto il possibile e non mi sono mai risparmiato’. Desidera dare una specifica impronta alle festività che è ancora chiamato a presiedere? ‘Sono lieto di poter concludere il mio mandato celebrando il Natale, il Capodanno, l’Epifania (anniversario della mia ordinazione episcopale), le feste del Beato Angelo, di San Rinaldo. Avrò l’occasione per esprimere a tutti coloro che con me hanno collaborato la mia immensa gratitudine’. Tornerà a Città di Castello? ‘Amo profondamente Città di Castello: è la terra in cui sono nato, dove risiede la Chiesa particolare che mi ha generato e nutrito. Tuttavia gli anni più intensi e più emozionanti della mia vita li ho passati nella diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ed è qui che amo restare’. Quale sarà la sua dimora ufficiale? ‘Abiterò in Assisi in un appartamento della canonica presso la cattedrale di San Rufino’. Si è incontrato con il suo successore? ‘Più volte e sono stato in contatto telefonico con lui quasi ogni giorno. Guardo allo stesso con grande fiducia’. Quali mansioni intende svolgere da ‘pensionato’ che non ha dato tregua al suo attivismo? ‘La parola pensionato non è adatta ad un consacrato. Aiuterò mons. Sorrentino in tutto quello che mi chiederà, ma il governo della diocesi spetterà esclusivamente a lui’. Può anticipare un augurio alla comunità diocesana? ‘Il mio augurio è che crescano il rispetto, la solidarietà e la partecipazione al bene comune. Nei momenti difficili occorre essere uniti. Ed è questa anche la missione della Chiesa: servire l’uomo dandogli la luce della fede e sostenendolo nel suo difficile e faticoso percorso storico’.
Non mi sono mai risparmiato
Mons. Goretti parla del suo passato e del futuro, in questo Natale prima della 'pensione'
AUTORE:
Francesco Frascarelli