“I vostri interventi, le vostre belle parole mi hanno fatto riflettere in maniera positiva e avrei materiale per scrivere quasi una lettera pastorale. Sono interventi per un’alleanza educativa tra scuola, famiglia, comunità ecclesiale e quanti sono impegnati e hanno a cuore la crescita e la formazione umana e culturale della società futura, i nostri giovani». Così, in sintesi, il cardinale Gualtiero Bassetti dopo aver ascoltato un nutrito gruppo di rappresentanti dei genitori nei Consigli di Istituto di diverse scuole medie e superiori statali della città di Perugia durante l’incontro svoltosi presso l’Istituto comprensivo “Perugia 5”, in occasione della “Settimana della Scuola” (6-11 marzo). Evento che è stato promosso dall’Ufficio diocesano per l’educazione e la scuola nell’ambito della Visita pastorale del cardinale alle comunità parrocchiali del capoluogo umbro con l’obiettivo, ha ricordato il prof. Luca Oliveti, direttore di quest’Ufficio diocesano, di «ascoltare per collaborare e condividere progetti educativi da offrire alle giovani generazioni in modo da essere preparate a diventare i cittadini di domani».
Una Chiesa che ascolta la voce dei genitori nelle scuole.
Quest’incontro, ha sottolineato Oliveti, «è una novità perché è la prima volta che il nostro Ufficio diocesano ha incontrato i rappresentanti dei genitori nei Consigli di Istituto». Soprattutto «è molto positivo quanto emerso: la volontà di attivare la collaborazione tra famiglia, scuola e Chiesa. Una Chiesa che ascolta la voce dei genitori nelle scuole, in particolare quelle di periferia». La “Settimana” dedicata al mondo scolastico è un contributo, ha proseguito Oliveti, «a rimettere la scuola al centro dei nostri discorsi e delle nostre attività, ad iniziare da quelle parrocchiali e oratoriali, con un maggiore impegno di tutti, cattolici e laici, per sostenere la crescita della persona in età adolescenziale».
La famiglia e la scuola principali “agenzie educative”.
A introdurre gli interventi dei genitori è stato il prof. Fabio Gallina, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Perugia 5”. Si tratta di una propositiva realtà scolastica di periferia che ha ospitato l’incontro con il cardinale Bassetti, il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, coordinatore della Visita pastorale, e il diacono Silvio Rondoni, responsabile diocesano degli Insegnanti di religione cattolica (Irc). Il prof. Gallina ha evidenziato «l’importante ruolo di corresponsabilità e partecipazione che rivestono sempre più i genitori, perché la famiglia e la scuola sono le principali “agenzie educative”. Oggi si percepisce una certa conflittualità tra genitori e scuole e per questo è importante creare sinergie tra loro per contribuire insieme a formare la futura società».
“Educare alla vita buona del Vangelo” affinché la Chiesa non sia debole nella “sfida educativa”.
Il cardinale Bassetti è rimasto colpito dagli interventi dei genitori, che in alcuni casi hanno preso la parola anche come docenti e dirigenti scolastici. «Avete messo in evidenza tanti aspetti del rapporto scuola-famiglia – ha rilevato il porporato –, non trascurando il “ruolo-contributo” della Chiesa in quest’alleanza necessaria per il bene di tutti, in primis dei figli. Da quanto avete detto la “sfida educativa” della Chiesa è oggi abbastanza debole, perché viene sempre meno riconosciuto alla stessa Chiesa il suo ruolo di formatrice-educatrice delle giovani generazioni. Ma noi dobbiamo fare anche un esame di coscienza a monte, sulla nostra non incidenza culturale. Cultura vuol dire mentalità e noi abbiamo poca forza incisiva quando da un decennio la Chiesa italiana ha scelto come strategia di fondo l’“educare alla vita buona del Vangelo” nel proporre dei valori di vita».
Una scuola che aiuta a «coltivare insieme la bellezza delle periferie» favorendo l’integrazione.
«Come non avere speranza in un futuro migliore – ha detto il cardinale – quando sento da genitori e docenti che nella grande e complessa realtà scolastica di Ponte San Giovanni si sta sperimentando una positiva esperienza di integrazione tra figli di famiglie appartenenti a 70 nazionalità diverse per cultura e religione. Parlate dei “nostri figli insieme” e di “coltivare insieme la bellezza delle periferie” per contrastare il negativo della nostra società, come la fuga di alunni dalle scuole di Ponte San Giovanni verso le scuole di Perugia centro dove è minore la presenza di studenti immigrati. E’ anche compito della Chiesa, oltre che della scuola, far incontrare, dialogare, integrare popoli diversi». Il cardinale ha incoraggiato quanto sta facendo l’Istituto comprensivo di Ponte San Giovanni diretto dalla prof.ssa Iva Rossi, determinata ad andare avanti con il sostegno anche dell’Oratorio parrocchiale e di non poche famiglie pontigiane che credono in una scuola multietnica, multiculturale e multireligiosa, dove le “diversità” sono accolte come ricchezze che fanno crescere e sono sostegno e veicolo per una sana integrazione.
«I figli vengono alterati e strumentalizzati per ottenere voti alti».
Altro aspetto trattato dal presule, a seguito degli interventi dei genitori, è stato quello del “difficile esodo” dei figli dalle famiglie, fenomeno che «si verifica – come ha ricordato il cardinale – nella crisi post-adolescenziale anche se i genitori hanno fatto tutto il possibile. Io penso al cuore spezzato di un padre, di una madre, ma anche di un docente e di un preside, nel vedere quei giovani che si allontanato dalla famiglie a dalla scuola». Inoltre, il porporato non ha nascosto la sua preoccupazione nel venire a conoscenza, anche attraverso i media, di fenomeni come quello dell’utilizzo di psicofarmaci da parte degli alunni per affrontare le verifiche scolastiche e gli esami, addirittura quelli di terza media. «I figli vengono alterati e strumentalizzati per ottenere voti alti – ha commentato il cardinale –, perché poi dobbiamo capire, come ha detto il mio confratello vescovo Renato Boccardo, perché due ragazzi, a Spoleto di recente, si sono tolti la vita».
La Chiesa ha cura dell’uomo.
Il porporato ha voluto ricordare anche una frase pronunciata da papa Paolo VI nel 1969: «“Penso spesso alle generazioni che verranno fra cento anni, che cosa diranno di noi, di questo nostro mondo e di questa Chiesa che cerca come una navicella di navigare in questo mare così agitato. A me basterebbe che dicessero una cosa sola: era una Chiesa che soffriva, ma era attenta all’uomo. Vuol dire che amava l’uomo fino in fondo”. Questo pensiero del beato Paolo VI – ha proseguito Bassetti – mi sembra molto importante da proporsi anche come esempio laico, che vuol dire, tradotto in senso religioso, la parabola del samaritano sintetizzata in una brevissima frase: “Ed ebbe cura di lui”. La Chiesa ha cura dell’uomo».
Il cardinale ha poi detto: «La scuola è una bella sfida, perché non è semplice informazione ma è formazione; non è un’attività piegata su fini immediati ed utilitaristici, ma si dipana per un lungo arco di tempo ed ha bisogno di far sedimentare quello che si apprende con lo studio e l’impegno quotidiano per formare personalità forti e mature. E’ la dinamica della semina, della potatura, della pazienza, della tenacia di cui ci parla il Vangelo in tanti passi. Famiglia e scuola non possono essere che le alleate più strette in questa “semina”. Ecco perché la Chiesa guarda veramente con fiducia a un patto, a un’alleanza educativa fra tutte le componenti interessate. Questo per il bene della persona umana, certamente nel pieno rispetto dei differenti ruoli delle Istituzioni e del pluralismo».
Concludendo il suo intervento, il porporato si è chiesto «che cosa può offrire la Chiesa al mondo di oggi attraverso la scuola? Il primato della persona, la sua apertura all’assoluto, la costruzione di autentiche relazioni interpersonali, l’educazione alla solidarietà, alla pace, al rispetto del Creato, ai valori dell’onestà e della sincerità dell’impegno per dare una prospettiva armoniosa al progetto di crescita».