Il vescovo Mario Ceccobelli è rimasto strabiliato da quanta gente gremiva, la sera della festa dell’Immacolata, la chiesa di San Francesco a Gubbio. E nella sua breve ma succosa omelia l’ha detto tre volte. Tre volte. Strabiliato. Davvero, una gran bella tradizione, questa, di noi eugubini. Io sono entrato in seminario dalla notte dei tempi, nel 1948, era da poco finita la guerra (di Troia?), e da quegli anni intorno alla festa dell’Immacolata mi arrivano, galleggiando leggeri come ninfee, tanti ricordi belli, limpidi, nitidi. E anche qualche ricordo fastidioso e pesantuccio, e qualche desiderio inappagato. Ne cito due, uno che ha avuto compimento quest’anno e uno che m’è rimasto in gola come uno gnocco. Quello appagato è stato il desiderio di tornare a sentire la voce dell’organo, silenzioso da 30 anni, da quando padre Serafino ne arrostì il motore. È tornata, quella voce, e il ‘Mira il tuo popolo’ cantato da tutti e accompagnato dal ripieno possente sapeva di finale dell”Eroica’. Quello che m’è rimasto in gola come uno gnocco è un desiderio che formulai bambino, rilanciai da giovane, ed oggi, vecchio da 12 pasticche al giorno, rimane ancora intatto: il desiderio di vedere le pubbliche autorità, da sempre presenti la sera dell’8 dicembre, fare la Comunione. Fin da bambino mi chiedevo, oggi continuo o chiedermelo, come mai, durante la Comunione, il Sindaco e i pari suoi rimanessero dov’erano, in piedi, seri e in apparenza corrucciati come liceali rimandati a ottobre, rigidi come petturine di baccalà impiccate, una via l’altra; con le mani incrociate sul davanti, come Veneri rinascimentali che ufficialmente tentano di coprirsi le pudenda, in realtà invitano lo spettatore a immaginarsele. La mia Gubbio, da quando salì fuggevolmente sulla prima poltrona di Palazzo pretorio l’avv. Gaetano Salciarini, cattolico dall’intelligenza politica vivida, dal piglio battagliero e dai capelli candidi fin dall’adolescenza, ha avuto sempre amministrazioni di sinistra. E gli uomini di sinistra nei confronti del Pane degli angeli hanno sempre dimostrato inappetenza cronica. Eppure, per certi aspetti, nessuno come loro poteva e doveva accomodarsi a tavola, a quella Tavola. Hanno mietuto e battuto, su questo piano, il Pci e il Psi. Mi verrebbe da parafrasare la frase acerba che Giovanni Pascoli avventò contro il positivismo che aveva, anche lui, ma su un altro piano, mietuto e battuto e sdirazzato la tradizione religiosa dell’Europa della seconda metà del sec. XIX: ‘Non ci avete dato la felicità che ci promettevate, ma in compenso ci avete tolto la fede’. Ma non dovrebbero essere definitivamente finiti, quei tempi?
Un sogno antico
AUTORE:
Angelo M. Fanucci