È stato don Achille Rossi a far riflettere gli insegnanti di religione sul loro ruolo, ecclesiale e sociale. Il relatore ha dapprima cercato di mostrare ‘l’impossibilità di questo mondo’. Esso produce sempre più povertà e dislivelli sociali. Lo ha denunciato pure il presidente della Fao, che ebbe modo di dire che ‘l’ordine del mondo è immorale’. Questo mondo è insostenibile anche dal punto di vista ecologico, dato che oggi tutti gli ecosistemi sono sballati. Il mondo di oggi, nichilista e vuoto di valori, è quello nel quale la gente consuma sempre di più.Come mai tutto questo? Secondo don Achille la radice sta nel fatto che solo il sistema che domina, da un punto di vista economico, è diventato il nostro orizzonte, il nostro mito. È il sistema a stabilire quello che è possibile e quello che è impossibile. E l’uomo è solo un essere che ha dei bisogni che si soddisfano possedendo e consumando. Viene a mancare così quella tensione verso l’infinito che è uno degli aspetti fondamentali e comuni a tutte le religioni. L’uomo appare come bloccato e chiuso in se stesso. I bisogni dell’uomo sono tutti ben quantificabili e misurabili, si possono portare anche sul mercato. Ma, con una visione così, gli uomini oggi appaiono oppressi e depressi. Oppressi perché il sistema fugge sempre in avanti e per ogni persona il peso delle cose da fare è insostenibile. Questo ‘mito’ – secondo don Achille – va disarticolato, dato che non si può vivere così. Cosa ci vuole? Detto in poche parole, occorre riscoprire quello che sostiene tutto l’uomo, cioè la relazione d’amore con se stesso e con le altre persone. Con un esempio: mentre questo mondo sembra insegnare all’uomo a parlare solo con il pronome personale ‘esso’ (il pronome che indica la cosa da possedere), dobbiamo insegnare ad utilizzare anche i pronomi ‘io’ (il pronome della spiritualità e delle istanze profonde) e ‘tu’ (il pronome della relazione con le altre persone). Solo dall’uomo che vive in relazione si può manifestare qualcosa di più profondo, di più alto, il mistero che dà senso alla vita. Anche gli insegnanti di religione dovrebbero sempre favorire la relazione interpersonale e favorire l’apertura verso la trascendenza. Cosa fare concretamente con i ragazzi nelle scuole? Anche l’insegnante di religione può iniziare, con la propria creatività, un lavoro di trasformazione che tocchi tutte le realtà: non solo l’educazione, ma anche la società, la politica, la vita personale, il modo di consumare, di essere cittadino, di tessere legami con gli altri.
L’Irc, Dio e il mondo
Incontro docenti di religione cattolica sul tema dell'immoralità della 'logica di questo mondo'
AUTORE:
F.M.