Dicesi velleitario uno che pensa che, per realizzare nella società un grande ideale (il suo), tutto quello che serve sia volerlo fortemente. Non lo sfiora il sospetto che per arrivare allo scopo ci voglia un lungo lavorìo, di anni o magari di generazioni. Né che questo lavorìo richiederebbe, oltre che tempo, capacità di progettazione, risorse umane e materiali, e altro ancora; ma soprattutto, il fortunato concorso di tantissime circostanze favorevoli che non dipendono da lui. Il velleitarismo è l’opposto del realismo.
Sulla nostra scena politica di velleitari ce ne sono parecchi. Adesso ne sta comparendo una nuova sètta: sono quelli che si sono dati l’etichetta di “sovranisti”. Sono l’ultima versione del nazionalismo. Accettano l’idea che fra i diversi Paesi debba esserci una certa collaborazione, ma sostengono che ogni Stato nazionale – o comunque il loro – deve conservare intatta la propria sovranità, anziché cederne una parte a organismi sovranazionali. In particolare, le materie nelle quali la sovranità nazionale dovrebbe rimanere piena sono il governo dell’economia, la moneta, l’import-export, il controllo delle frontiere. In sintesi: vogliamo essere padroni a casa nostra, possiamo e dobbiamo fare da soli. Il modello, il profeta dei nostri sovranisti è Donald Trump, ma lui parla dall’alto della potenza Usa. Non dico che il sovranismo sia una teoria sbagliata dal punto di vista razionale o da quello etico. Dico che manca di realismo, soprattutto in questo momento storico, con il livello di sviluppo tecnologico e sociale che abbiamo raggiunto. Fare da soli era possibile (e neppure del tutto) quando la popolazione italiana era fatta per il 50 per cento e oltre di contadini che si ammazzavano di fatica ogni giorno per strappare alla terra il loro nutrimento; e consumavano solo ciò che producevano.
Oggi il mondo è diverso: abbiamo tutto a portata di mano e il mondo si è fatto piccolissimo, isolarsi è impossibile. C’è anche un problema di dimensioni, se è vero che la Cina ha da sola una popolazione pari a tre volte quella dell’intera Unione europea e uno sviluppo galoppante. Solo un’Europa coesa può reggere il confronto. Sperando che pensare a un’Europa unita non sia velleitario.
Qui mi pare si confonda sovranismo e autarchia. L’idea di sovranismo che ha l’autore è a dir poco approssimata. La buona norma di informarsi prima di parlare di un argomento sta decandendo a tutti i livelli.
Il sovranismo in Italia è nato nel 2011 e non è quindi per nulla legato a Trump.
Il sovranismo ha profonde radici nella Costituzione Italiana del 1948. Qui il link del Fronte Sovranista Italiano, il partito dei sovranisti, che definisce il termine:
http://appelloalpopolo.it/?p=9604