Vescovi umbri in visita nelle zone terremotate della Valnerina

L'occasione è stata la recente riunione della Conferenza episcopale umbra che si è svolta in un luogo simbolo: Ancarano di Norcia

L’ultima riunione dei Vescovi della regione si è tenuta in una sede dall’alto valore simbolico: Ancarano di Norcia. “Abbiamo voluto celebrare la nostra riunione in questa bellissima terra che è la Valnerina ferita dal terremoto”. Così il card. Gualtiero Bassetti , arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episPrima_Terremoto-vescovi-Ceucopale umbra (Ceu), ha aperto martedì 6 dicembre ad Ancarano di Norcia la riunione bimestrale dei vescovi della regione.

La giornata era iniziata all’abbazia di Sant’Eutizio, dove mons. Boccardo , arcivescovo di Spoleto-Norcia, ha illustrato ai suoi confratelli ciò che resta dell’antico complesso monastico, gravemente lesionato dal sisma.

Al termine della riunione i Vescovi si sono invece trasferiti al campo sfollati di Ancarano per condividere il pranzo con le persone che hanno perso la casa. “La gente – ha affermato il Cardinale – deve tornare a vivere in queste valli. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo tutti lavorare insieme!”.

Particolarmente toccante l’incontro con la comunità ospitata nel campo delle organizzazioni di volontariato ad Ancarano, mentre i vigili del fuoco mettevano in sicurezza la campana dell’antica chiesa della Madonna Bianca, semidistrutta dal sisma.

Il card. Bassetti ha avuto parole di incoraggiamento sia per la popolazione, duramente provata, sia per i soccorritori, ringraziandoli per l’opera che stanno svolgendo e definendoli “angeli del conforto”.

Lo stesso concetto il presidente della Ceu lo ha ripreso nell’omelia celebrata a Norcia nella tensostruttura adibita a Centro pastorale parrocchiale, dopo la visita alla “zona rossa” della città: “Ciò che i miei occhi hanno visto rimarrà indelebile nella mente e nel cuore. Non si può rimanere indifferenti dinanzi alle sofferenze di questo popolo. Che passeggiata triste per le vie di Norcia, che ricordavo piena di gente e di vita! Vedere le chiese crollate e le case lesionate è stato un duro colpo al cuore di noi tutti. Ma la statua di san Benedetto, al centro della piazza, rimasta integra, è segno di stabilità, stimolo di speranza e di rinascita. Cari amici, anche per voi, che vivete in mezzo alle macerie, sarà Natale, e il Signore verrà a portare salvezza e pace”.