Viaggio di nozze controcorrente

Niente bomboniere per Simone e Luisa, ma un viaggio in Africa dove scoppiò il virus Ebola

Una bella storia quella di Simone e Luisa, due giovani sposi perugini che hanno voluto vivere il loro matrimonio in maniera originale, come la celebrazione di un’unione che diventa apertura d’amore. Entrambi convinti di voler rinunciare alle bomboniere per destinare un aiuto concreto ai più bisognosi, nel momento della scelta del viaggio di nozze, desiderosi di conoscere l’Africa, si trovano a confrontarsi con proposte a cui manca sempre qualcosa, forse loro hanno bisogno di altro, hanno bisogno non di vedere, ma di vivere la povertà dell’Africa. Dall’idea si passa ai fatti: dall’ambiente francescano arrivano i recapiti della missione delle suore Francescane angeline nella Repubblica democratica del Congo, l’ex Congo belga ed ex Zaire tanto per capire. Così i coniugi Dorillo e Russo partono. Un viaggio interminabile ed avventuroso di 24 ore per giungere alle 2 missioni che le suore gestiscono: a Kikwit, dove c’è stato il primo focolaio dell’ebola e si è verificata la prima pandemia della malattia che ha causato anche la morte delle suore bolognesi della missione, e poi, a qualche ore di jeep, c’è Kikombo, in piena campagna. Le missioni sono attive dal 1996 e gestiscono al loro interno dei centri nutrizionali, la scuola materna, dispensari, centri per la maternità, le parrocchie e i centri di formazione per le suore postulanti e novizie. Piuttosto che a un disagio materiale sembra ci sia bisogno di ovviare ad una sfiducia verso il mondo in cui queste persone vivono. Simone e Luisa hanno acquisito questa consapevolezza: ‘Nella zona in cui siamo stati fondamentalmente c’è tutto, dal punto di vista materiale occorrono solo degli aiuti sanitari. Ciò che si cerca di fare in queste missioni è dare una testimonianza che educhi, che insegni che un’altra vita è possibile. C’è grande sfiducia verso gli altri, perché le persone che abbiamo conosciuto sono sempre state sfruttate; hanno così acquisito una mentalità che li porta a vivere troppo alla giornata, molti sono i problemi che ne derivano: non c’è progettualità, la famiglia non esiste, non c’è cura per i bambini. Tantissime in questo senso sono le morti assurde, che avvengono per negligenza dei genitori’. La missione di Simone e Luisa consiste, così, in una continua testimonianza: ‘In queste due settimane abbiamo aiutato nelle scuole materne e nella gestione della missione, ma ciò che più ci è stato richiesto è la nostra testimonianza di famiglia e di persone capaci di aver a cuore gli altri’. È chiaro che un’esperienza del genere non lascia tutto come prima: ‘Ci siamo sentiti dentro un piano provvidenziale. Abbiamo ricevuto tanto amore da ogni persona incontrata e questa esperienza ha riempito il nostro matrimonio di qualcosa di grande, dobbiamo e vogliamo continuare questo tipo di vita. Abbiamo capito che possiamo essere missionari anche qui da noi, occorre lavorare tanto, continuare a donare tempo, spirito, ma anche essere consapevoli di avere tanto e di dover utilizzarlo con raziocinio, per riversare il nostro di più per gli altri’.

AUTORE: Martino Bozza