Vi avevamo pregato e scongiurato: ‘Scriveteci! Telefonateci!!’. Come rileggereste l’acronimo Vip? Very important person. Che senso diverso vorreste dare a questa bugia che attribuisce indebita importanza a zuzzurelloni d’accatto? ‘Scriveteci! Telefonateci!!’. Avevamo addirittura indetto un concorso per la migliore qualità del peperoncino impiegato in quella rilettura. Niente. Nessuno ha scritto, nessuno ha telefonato, il concorso finisce qui, prima di cominciare. L’acronimo Vip, Very important person, come lo ri-leggereste? In recto o in obliquo, a scelta; oppure in tutt’e due i sensi. A proposito di acronimi, quando eravamo giovani, al seminario del Laterano, ci divertivamo con la targa dei macchinoni che al cancello d’ingresso sorpassavano la linea che (come a piazza San Pietro, come a San Callisto) separa quel lembo di Città del Vaticano dall’Italia. S.C.V, Stato Città del Vaticano. Da ri-leggere come (in recto) Se Cristo Vedesse, e (in obliquo)Vi Caccerebbe Subito. Oh! le nostre ingenue trasgressioni! In realtà esse facevano da schermo ad un amore sviscerato’: per Dio? Anche per Dio, certo!, ma non solo e non tanto per Lui. Anche per Cristo, certo!, ma non solo e non tanto per Lui. Sapevamo che l’amore di Dio senza l’amore di Cristo è un filosofùmeno, e l’amore di Cristo senza amore per la Chiesa è una perdita di tempo. Amore per la Chiesa, dunque, passione per la casta meretrix che ci genera alla speranza che non delude. Sono le 23,15 di martedì 25 ottobre, da poco è finito su Raiuno lo sceneggiato San Pietro, e io ho gli occhi pieni di lacrime. Dicono che sia stato molto bello. Io, che pure l’ho visto per intero, non saprei dire se è vero o no, perché ho gli occhi pieni di lacrime. Quando vedo storie del genere, anche banali (tale sicuramente – mi dicono – non è stata quella alla quale ho assistito fino a 5 minuti fa), anche quando presentano Cristi dolciastri, riccioluti, improbabili, e attrici attempate che da intrepide tardone interpretano giovanissime donne cristiane di allora, e ti viene in mente la strofetta dei campi scuola di 40 anni fa (‘Ha fatto più battaglie la sua sottana che tuta la Marina americana’)’: occhi pieni di lacrime, anche in quei casi. La Tunica, Il Re dei Re, Gesù di Nazareth, Ben Hur, gli Atti degli Apostoli: finisce sempre con gli occhi pieni di lacrime. Perché su tutto prevale un pensiero: questa, ad onta delle tardone tirate a nuovo e dello zucchero filato profuso senza risparmio, questa è la struttura portante della vicenda umana. Nononostante le falsità con le quali per motivi di cassetta l’hanno intrecciata. E quello è l’unico Volto che conta davvero, nonostante i veleni con i quali l’hanno impiastricciato. Il volto adorabile di Cristo, il figlio di Maria. E queste sono le storie degli uomini che si sono lasciati conquistare da lui. Chissà che un giorno o l’altro non capiti anche a me. E gli occhi si riempiono di lacrime.
Acronimi e lacrime
AUTORE:
Angelo M. Fanucci