Un reportage del vaticanista Andrea Tornielli esplora il mondo dei cattolici nostalgici che si oppongono alle innovazioni di Papa Francesco, e più radicalmente a quelle del Concilio Vaticano II. Niente di veramente nuovo, ma desta un po’ di stupore vedere come certi argomenti fasulli resistano al tempo. Mi riferisco alle tesi di qualche dilettante del diritto a proposito delle dimissioni di Benedetto XVI, che sarebbero invalide (e dunque lui sarebbe ancora il vero Papa). E a proposito dell’elezione di Francesco, che sarebbe a sua volta invalida per altre ragioni.
Quanto alle dimissioni di Benedetto, il codice di diritto canonico dice che la rinuncia di un Papa deve essere libera ed espressa formalmente, e che non è subordinata all’accettazione da parte di chicchessia. Ora, nessuno può dire che Benedetto sia stato forzato o minacciato; ha dichiarato la sua volontà nel modo e nella sede più formale che si potesse immaginare (davanti ai cardinali riuniti in concistoro); ha usato espressioni studiatamente prive di ogni ambiguità. Nessuno aveva il potere di accettare quella rinuncia o di respingerla; dunque nessuno ha quello di valutare se le motivazioni della rinuncia fossero giustificate o meno; se ne potrà discutere sul piano storico, ma discuterne sul piano giuridico è tempo perso.
Il fatto che Benedetto si faccia chiamare “Papa emerito” non significa nulla, o meglio conferma che non è più in carica. Le tesi sull’irregolarità del conclave che ha eletto Francesco sono, se possibile, ancora meno serie. Nessuno mette in dubbio il fatto che all’ultima votazione Bergoglio abbia raggiunto e anzi superato la quota dei due terzi dei voti; ma qualcuno denuncia che durante una delle votazioni precedenti vi sia stato un disguido a motivo del quale i cardinali decisero di annullarla senza aprire le schede, e di passare senz’altro ad una nuova votazione con nuove schede. Ora, anche supponendo che si dovesse procedere diversamente, come si può sostenere che il risultato finale sia stato falsato? Maliziosamente viene da dire che se i detrattori di Papa Francesco avessero parlato così dei Papi che essi rimpiangono, quelli li avrebbero fatti rinchiudere nei sotterranei di Castel Sant’Angelo e magari bruciare vivi in Campo dei Fiori.