I colori del mondo: un percorso di educazione all’interculturalità

Monte Santa Maria Tiberina. L'esperienza della scuola 'Borgo antico': il 37,5% sono iscritti stranieri

E’ stato definito ‘un esempio della scuola che verrà’. Siamo a Prato, in quella che passa per essere la città più multiculturale d’Italia (il 12% dei circa 3.000 studenti ha infatti origini straniere). Per l’esattezza siamo all’interno dell’istituto comprensivo Fabio Filzi, classe I A, che quest’anno si è conquistata un particolarissimo primato: diciannove iscritti di cui nove cinesi, tre marocchini, quattro pakistani, due albanesi, un rumeno. E nessun italiano. Certo, è un caso limite, ma è anche, per l’appunto, ‘un esempio della scuola che verrà’. Ora spostiamoci nella nostra Alta Valle del Tevere. Se il 12% di studenti stranieri nella città toscana degli stracci può fare impressione, nel nostro circondario le cifre sono di tutt’altro livello: nel corrente anno scolastico, la percentuale di studenti non italiani sfiora, senza raggiungerlo, il 6%. Ma anche qui c’è un’eccezione: una scuola ove la percentuale di studenti immigrati raggiunge la stratosferica cifra del 37,5%, con una punta che oltrepassa il 50% in prima elementare. Questa volta siamo nel comune di Monte S. Maria Tiberina, all’interno della scuola ‘Borgo antico’. Certo, i numeri assoluti sono di tutt’altro livello: stiamo parlando infatti di una scuola che conta un totale di 46 iscritti (cui vanno sommati i bambini della scuola materna), ma le percentuali sono quelle su esposte. E quindi anche questo è un esempio ‘della scuola che verrà’. È all’interno di questo contesto che è nato il progetto ‘I colori del mondo’, un percorso di educazione interculturale (il primo realizzato nel nostro comprensorio) che ha trovato il supporto del comune montesco e della Caritas diocesana. Michela Severini, curatrice del progetto, non ha dubbi: ‘La conoscenza dell’altro, intesa come comprensione della sua storia e della sua cultura, può diventare realmente occasione per l’abbattimento di pregiudizi e prese di posizione immotivate’. ‘Ciò su cui ci baseremo ‘ continua Michela – non sarà una conoscenza astratta, ma fatta di storie vere di bambini, ragazzi e delle loro famiglie. Vogliamo insomma evitare che l’inserimento di bambini stranieri nella scuola sia solo un problema da risolvere e dimostrare invece che esso può essere anche una grande occasione per crescere’. Una scommessa tutta da giocare, questa, ma che ne valga la pena lo dimostra l’esperienza degli istituti scolastici italiani in cui progetti similari sono già stati tentati. Si è visto, infatti, che l’inserimento di bambini stranieri nella scuola può essere una preziosa occasione per ripensare stili e modelli educativi ed arricchire la stessa proposta didattica. Il progetto ‘I colori del mondo’ si muoverà in quest’ottica, ma non solo. Particolare attenzione verrà infatti prestata anche alle famiglie dei piccoli alunni immigrati. I genitori potranno così acquisire maggior fiducia nella scuola grazie alla disponibilità di una mediatrice culturale (individuata nella persona di Nadia Ackarki) che si occuperà specificatamente di contattarli per migliorare il rapporto scuola-famiglia. Così descritta sembra una cosa per specialisti, ma non lo sarà, almeno nella sua fase esecutiva. Nel progetto ‘I colori del mondo’ avranno infatti una parte preponderante il gioco, visto come pretesto per avvicinare culture diverse dalla proprie; le fiabe, considerate vie d’accesso privilegiate al discorso interculturale in quanto hanno sempre una struttura simile a prescindere dall’area di provenienza e la conoscenza delle reciproche festività principali. Discorso particolarmente importante, quest’ultimo, in quanto in tutte le culture, la festa viene concepita in modo positivo anche nella vita dei bambini e fa sì che essi si sentano più uniti tra di loro e con gli adulti. ‘La scuola che verrà’, appunto. Alla ‘Borgo antico’ ci credono e ‘ da pionieri – lavorano per creare un mondo con meno barriere. Il futuro darà loro certamente ragione.

AUTORE: Moreno Migliorati