In una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato 7 maggio, il mondo della scuola ha celebrato il suo Giubileo Straordinario della Misericordia. Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, che ha accolto in San Lorenzo studenti con le loro famiglie, docenti e personale non docente di scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado, ha tenuto un’omelia che è stata un vero e proprio “messaggio giubilare per la scuola”. E la scuola, ha ricordato il porporato, “è uno dei luoghi più importanti della nostra società. Qualsiasi ordinamento civile non può fare a meno di avere un percorso formativo autorevole, con dei docenti appassionati e preparati, con delle famiglie attente e collaborative, e con degli studenti desiderosi di crescere e maturare”. E non è un caso che in questa “omelia-messaggio” il cardinale si sia soffermato non poco sul rapporto “famiglie-docenti”.
La scuola educa al vero, al bene e al bello.
“La scuola rappresenta un “luogo d’incontro” eccezionale – ha evidenziato il presule –, dove potersi confrontare con persone diverse per cultura, origine e capacità. La scuola, infatti, è un luogo di socializzazione irripetibile per lo sviluppo e la promozione della persona umana. Ma cosa significa, oggi, essere una scuola? Cosa significa educare ed istruire in una società così tecnologica e comunicativa, ma al tempo stesso così lontana, superficiale e polverizzata? “Andare a scuola – ha detto papa Francesco, due anni fa, incontrando il mondo della scuola a Roma – significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza delle sue dimensioni”. In altre parole, andare a scuola significa vivere un luogo in cui non si trasmettono solo delle nozioni asettiche ma anche “abitudini e valori” capacità di esprimersi liberamente e di essere aperti alla straordinaria bellezza del creato. La scuola, dunque, “ci educa al vero, al bene e al bello””.
Libertà di educazione: costruire un rapporto di fiducia e di lealtà tra professori, famiglie e studenti.
“La scuola, dunque, non è un luogo qualsiasi – ha proseguito –. È uno dei luoghi dove si manifesta quella libertà di educazione che è uno dei principi più importanti che devono guidare la vita di un cristiano e di una società moderna. La libertà di educazione non significa, ovviamente, di essere liberi di insegnare qualsiasi cosa, seguendo le mode o, peggio, le ideologie del momento. Libertà di educazione significa, prima di tutto, costruire un rapporto di fiducia e di lealtà tra i professori, le famiglie e gli studenti. Un rapporto di fiducia e di alleanza tra le istituzioni e la società. Mai come oggi è fondamentale costruire e dare una forza vera, concreta, autentica a quell’alleanza educativa tra famiglie e insegnanti che prevede una formazione seria ed autorevole ma anche una collaborazione fattiva ed intelligente delle famiglie senza lasciare spazio, in alcun modo, alla divisione o allo scontro ideologico”.
Gli insegnanti sono chiamati a servire gli studenti, non a comandare…, come se fossero propri figli.
“L’alleanza educativa – ha sottolineato Bassetti – è senza dubbio la grande bussola ideale e progettuale che ci guida in questo Anno Santo. Gli insegnanti sono chiamati a servire gli studenti. Si badi bene: a servire e non a comandare. A servire questi ragazzi come se fossero propri figli. A servirli e quindi ad amarli. E amarli non significa certo fargli una carezza sul viso o insegnargli l’ultima moda culturale. Amarli significa educarli, esortarli a studiare e a correggere i propri errori. Servire e amare non possono essere disgiunti. Nella Chiesa, come nella famiglia e così nella scuola”.
Rispetto verso chi ti sta di fronte… Compiere il proprio dovere con serietà, lealtà, passione…
Poi il cardinale ha ricordato quanto ha detto papa Francesco, pochi giorni fa, parlando al Giubileo dei ragazzi in San Pietro: “Francesco ha paragonato Gesù ad una scuola e ha invitato quei giovani a seguire “la sua scuola, che è una scuola di vita per imparare ad amare”. Per seguire Gesù, non bisogna esortare i nostri ragazzi ad essere dei supereroi della scuola, vestiti sempre all’ultima moda e incitati ad essere ad essere i primi della classe in una sorta di competizione agonistica con i propri compagni di studio. Per seguire Gesù è necessario, prima di tutto, portare rispetto verso chi ti sta di fronte: che può essere un insegnante, un usciere, un funzionario amministrativo e un compagno di studio. E poi è necessario compiere il proprio dovere con serietà, lealtà, passione e spirito di sacrificio. In questo modo, si può imparare ad amare, la scuola diventa un luogo generativo e soprattutto si può aiutare i giovani a crescere e a guardare in alto”.
Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione ha ricordato ai numerosi fedeli in San Lorenzo, che “il Giubileo della Misericordia è occasione di alleanza di tutte le componenti del mondo scolastico” e, rivolgendosi a queste componenti, ha detto: “Non lasciatevi mai rubare l’amore per lo studio e per la scuola”.