M’incuriosisce Brunetta. No, non LA Brunetta che abita a due isolati delle sede della mia comunità: in altri tempi un incuriosimento del genere sarebbe stato periglioso per la mia bella virtù, ma non ora, ora che il tempo, con l’aiuto del chirurgo, ha portato a termine (grazie a Dio) le sue devastazioni .
No, non è LA brunetta che m’incuriosisce, ma IL Brunetta: Renato, il parlamentare, capogruppo alla Camera dei Deputati per Forza Italia. Piccolino, ha 12 anni e 24 centimetri meno di me, che non sono un colosso (ogni riferimento, per quei numeri, alla cabala ebraica, è puramente casuale).
M’incuriosisce Brunetta, per la straordinaria aggressività che sprigiona in ogni suo intervento.
Ho conosciuto un altro uomo importante, ma di ridotte dimensioni fisiche, come Brunetta: Achille Ardigò, un friulano prima attivo nella GIAC, poi esponente della FUCI, poi partigiano nella Brigata Matteotti, poi redattore di guerra calda nel periodico cattolico e antifascista, La punta, poi redattore di pace con L’Avvenire d’Italia di Manzini, poi di nuovo redattore di guerra (ideale, stavolta, guerreggiata) con Cronache sociali di Giuseppe Dossetti. Infine, metà degli anni ’60, con Alberigo e Andreatta, fondò la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna, dove divenne ordinario e preside.
Ardigò aveva una sola cosa in comune con Brunetta: quando sedevano al tavolo del conferenziere oppure in prima fila tra il pubblico, i loro piedi non toccavano terra, e le gambette momentaneamente inutili oscillavano lievi al triste vento, come le cetre di Quasimodo.
Per il resto, niente in comune. Tanto era razionale, dialogante, sottile il discorso di Ardigò, tanto sono irrazionali, oppositive, grossolane le dichiarazioni di Brunetta.
Ripetitivo poi, uh! Vuole Renzi a casa: l’ha detto tante di quelle volte che, chi lo ascoltasse per la prima volta, lo prenderebbe per un focoso zio impaziente di ospitare per qualche giorno il nipotino.
Spara sempre, e sempre ad alzo zero. Cosa che dovrebbe essere impossibile per un ex Direttore Generale della Confindustria, impegnato per contratto a contare gli spilli. E chi conserva ancora qualche scampolo di sinderesi si chiede: ma è possibili che Renzi abbia fatto tutto male? Non è possibile, come d’altra parte non è possibile che Renzi abbia fatto tutto bene; solo che Renzi non lo dice: evidentemente gli studi che ha fatto l’hanno convinto che sulla terra il bene e il male son sempre in percentuale.
Ma dove la prenderà, Brunetta, tuta quella bile? Il nostro fegato ne accumula nella cistifellea piccole quantità fino a quattro o cinque volte tra un pasto e l’altro, per rilasciarla poi quando lo stomaco invia all’intestino il prodotto della sua fatica. Cos’è che blocca nella cistifellea del piccoletto nostro bile che basterebbe per digerire un bue, e lui invece la conserva per la prossima intervista cha darà su Renzi.
Bah! Le domande scientifiche non consentono risposte politiche. Nemmeno quelle pseudoscientifiche.
Abatjour – M’incuriosisce
AUTORE:
Angelo M. Fanucci