Uniti nel nome di Benedetto

Festa a Norcia per il Santo Patrono d'Europa. Presenti l'on. Casini, il nunzio mons. Romeo e la delegazione ortodossa inviata da Alessio II

Lunedì 11 luglio scorso la città di Norcia in ogni suo angolo è stata invasa da centinaia di fedeli per la festa di san Benedetto, patrono principale d’Europa e dell’intera arcidiocesi. Grande è stata l’attesa della gente, riunita nella piazza principale, per l’arrivo del nunzio apostolico mons. Paolo Romeo e del presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini (vedi anche l’intervento a pagina 5), che hanno presenziato alle celebrazioni civili. Suggestivo è stato il corteo storico delle Guaite. Durante la manifestazione le autorità civili, tra cui Casini e la presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, erano sistemate nel terrazzo del palazzo comunale, quelle religiose sul sagrato della basilica culla di san Benedetto. Le sei Guaite, otto erano nel passato, in cui è diviso il capoluogo della Valnerina prendono il nome dalle porte della città:, Valledonna, Palatina, Orientale, Meggiana, Anarenula e Massari. I componenti di ogni ‘particolare rione’, dopo aver onorato la statua di san Benedetto in piazza, hanno reso omaggio al Nunzio apostolico e all’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana. L’annuncio di ogni Guaita era scandito dalle note della banda musicale della città. Lo stesso gesto è stato ripetuto anche dai rappresentanti dei castelli di Norcia, cioè le frazioni, i quali hanno presentato ai due arcivescovi il pallio del rispettivo paese. Terminata la rappresentazione storica, cui erano presenti anche i venticinque sindaci della diocesi con gonfalone, è iniziata nella basilica dedicata al patriarca dei monaci d’Occidente il solenne pontificale, alla presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose presenti. Una liturgia particolare vista la partecipazione di numerosi ambasciatori della Santa Sede e della delegazione ortodossa inviata da Alessio II. Da Mosca, insieme all’Archimandrita del monastero di San Sergio di Radonets, dove è stata accesa la fiaccola, è sceso anche il delegato della pastorale giovanile del Patriarcato. Con i due presuli hanno concelebrato il vicario generale mons. Luigi Piccioli, il priore del monastero di Norcia, padre Cassian Folsom, l’arciprete della Concattedrale, don Mario Curini e numerosi sacerdoti diocesani. Nella basilica dove il rappresentate del Papa ha celebrato l’eucaristia, arderà sino al prossimo anno la fiaccola accesa a Mosca, simbolo di dialogo tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica. Ogni giorno la sua luce ricorderà a tutti come il monachesimo sia una delle strade per il dialogo ecumenico. L’omelia del Nunzio apostolicoTutta la Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia ha accolto con grande gioia il nunzio apostolico in Italia mons. Paolo Romeo, che nella terra di san Benedetto, san Ponziano, santa Rita e santa Chiara da Montefalco fece la sua prima uscita ufficiale da rappresentante del papa per la penisola italiana. Significative le sue parole nell’omelia di cui riportiamo un estratto. La festa liturgica del Patrono d’Europa, ha affermato il Nunzio, si celebra quest’anno in un delicato crocevia tra le difficoltà del tempo presente e le speranze di cui la Chiesa è portatrice. Quasi da ogni angolo della terra, ma particolarmente dall’Europa ferita dal terrorismo, sale, persino sopra la cronaca, una forte e significativa ricerca di pace. Forte l’invito del rappresentante del Papa per l’Italia a dare ascolto all’antico maestro dei monaci d’occidente, che conduce a un nuovo umanesimo, nel recupero delle varie dimensioni della persona, come via per affermare, dentro di sé e nel mondo che ci circonda, il dono preziosissimo della pace. Non poteva mancare nelle parole di Romeo un riferimento a papa Benedetto XVI che all’inizio del suo pontificato ha richiamato la Chiesa al celebre insegnamento benedettino, il quale ordina tutti i nostri amori, precisando quale amore deve avere il primo posto: ‘nulla anteporre all’amore di Cristo’. Si ha talvolta l’impressione, ha precisato l’arcivescovo Paolo, che il mondo contemporaneo viva come se Dio non esistesse, parla molto dell’uomo e dei suoi diritti, ma non si rende conto che costruendo un mondo senza Dio si finisce per calpestare i diritti dell’uomo. Il lavoro è stato un altro dei temi toccati dal celebrante: ricordando san Benedetto, tutti siamo chiamati a recuperare l’umanizzazione del lavoro stesso, il senso della fatica, la dignità della persona, tenendo presente, ha voluto scandire Romeo, che il profitto e la necessità da soddisfare non sono stimoli sufficienti per motivare un uomo. ‘Da questa Basilica, che gli antichi amavano chiamare ad incunabula Sanctorum Geminum’, ha concluso il Nunzio apostolico, vorrei che risuonasse ancora, come provvido auspicio di pace, la sapienza di san Benedetto: se vuoi avere la vita vera ed eterna, frena la tua lingua dal male e le tue labbra non proferiscano inganno; allontanati dal male e fai il bene; cerca la pace e perseguila’. L’intero testo dell’omelia è consultabile nel sito ufficiale dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia www.arcidiocesidispoletonorcia.it

AUTORE: Francesco Carlini