Hanno voluto dare la massima pubblicità alla firma ed hanno invitato la stampa. Antonio Rinaldi – 35 anni, di Aversa – e Giuseppe de Rosa – 49 anni, di Napoli-, venerdì mattina, 8 luglio, si sono iscritti al registro delle coppie di fatto del Comune di Perugia. Altre tre coppie (etero e omosessuali, la privacy vieta di avere ulteriori informazioni) erano già iscritte. La dirigente dell’Ufficio Archivio ha posto la domanda di rito: ‘Per quale motivo chiedete l’iscrizione al registro? Per assistenza morale e materiale o per vincoli affettivi?’. ‘Per vincoli affettivi. Come un matrimonio’, hanno risposto Antonio e Giuseppe. L’assessore comunale Monia Ferranti (Comunisti Italiani) ha ricordato come, l’iscrizione al registro sia solo una formalità che non concede alcun diritto particolare. Una precisazione dovuta, che stride però con il risalto dato da chi come l’assessore, e il sindaco Locchi che li ha ricevuti per conoscerli, rappresenta l’istituzione. E di ‘eccessiva partecipazione istituzionale all’unione di una coppia gay’ ha parlato il consigliere comunale Piero Sorcini (Forza Italia). Tanta importanza data ad un registro che non cambia la vita, nella concretezza, alle persone che vi si iscrivono, ha una ragione ben precisa: introdurre nella mentalità prima che nel diritto, il riconoscimento del matrimonio delle coppie omosessuali attraverso registri apparentemente inutili, espandendoli a macchia d’olio, per poter un giorno presentarli al legislatore per essere contati e riconosciuti con tutti i diritti delle famiglie vere e proprie. E tutto questo senza un dibattito politico locale che si confronti su quale società si voglia costruire.
‘Matrimonio’ gay con tanta pubblicità.
Un nuovo tassello di una strategia ben precisa
AUTORE:
Maria Rita Valli