Il 6 marzo si è tenuto nella sala “Cesare Pagani” di Montemorcino a Perugia, l’incontro “I Giovani protagonisti del nostro tempo”, promosso dall’Agesci zona Etruria, con il patrocinio del comune di Perugia, all’interno degli eventi Perugia capitale italiana dei giovani 2016, in collaborazione con la Pastorale giovanile. All’evento hanno partecipato capi scout e membri della Pastorale giovanile. L’incontro è iniziato con la messa celebrata da mons. Paolo Giulietti, il quale ha ribadito l’importanza di essere educatori felici.
Ha inaugurato gli interventi Patrizia Marzano, responsabile della zona scout Etruria, che ha sottolineato la valenza formativa dell’incontro per i capi dell’associazione e gli educatori in generale, soprattutto in questo momento storico. Hanno poi illustrato i risultati della ricerca sulla situazione giovanile in Umbria il dott. Mauro Casavecchia e la dott.ssa Elisabetta Tondini, ricercatori dell’Agenzia Umbria Ricerche, i quali hanno definito la situazione un “Volo controvento” , poiché nell’attuale scenario i ragazzi testimoniano un senso di speranza nel futuro, nonostante la mancanza di lavoro, l’allungamento dei tempi di permanenza a casa e lo studio che non sempre porta ad ottenere l’impiego desiderato. È poi intervenuta la dirigente dell’istituto Capitini, la dott.ssa Isabella Giovagnoni, che ha definito il protagonismo dei giovani una ricchezza che non può essere perduta, per i ragazzi stessi e per le idee che altrimenti non sarebbero reperibili in altro modo. “La scuola può molto a fronte di altre comunità educanti che possono avere delle debolezze” ha poi ricordato la frase di Piero Calamandrei riportata nel P.T.O.F. dell’Itet Capitini “Trasformare sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere”.
Ha poi preso la parola Mons. Paolo Giulietti che riprendendo gli orientamenti della pastorale della Cei 2010/2020 ha esposto le criticità nell’educare: individualismo, scetticismo, crisi intergenerazionale, riduzionismo educativo, pluralismo culturale, ognuna delle quali può essere presa come una sfida per migliorare il metodo educativo. “I giovani hanno in sé un potenziale di rinnovamento del quale non si può fare a meno. Se ripartiamo dalle relazioni è necessaria una comunità che diventi educante.” Hanno concluso gli interventi del mattino Martino Bozza e Laura Castrichini, incaricati al coordinamento metodologico della regione Umbria Agesci, che hanno presentato il metodo scout come metodo incentrato nel protagonismo dei giovani; l’intuizione del fondatore dello scoutismo, Baden Powell, sta infatti nel rendere l’educazione autoeducazione. Lo scoutismo è ancora attuale, poiché nonostante il cambiamento del contesto nei ragazzi resta la necessità di essere riconosciuti, di sentirsi amati ed essere liberi di esprimersi, conoscersi per poter poi agire. Ha poi salutato i presenti l’assessore Dramane Diego Waguè che ha definito il metodo scout valido e capace di poter rendere i giovani protagonisti.
Nel pomeriggio sono state riportate esperienze di protagonismo giovanile: Gloria, ragazza di Gubbio, con notevoli difficoltà di apprendimento che ha trasformato le sue debolezze in forza, arrivando a vincere un premio al Creativity camp; Alessandra, studentessa di medicina, attiva nell’associazionismo universitario, che le permette di vivere l’università come occasione di crescita e confronto; Francesca, una dei 450 alfieri che durante la route nazionale hanno redatto la Carta del Coraggio a San Rossore che in questa occasione ha sperimentato la democrazia partecipativa; Francesca, animatrice di comunità del progetto “Policoro” della diocesi di Perugia-Città della Pieve.