Le stecche del tenore Capezzone, impegnato con la sua stazza da liceale saccolone a tentare e ritentare quei do di petto che sono assolutamente fuori dalla sua portata, e le rovinose scale cromatiche della soprano Emma Bonino, improvvisatasi Regina della Notte senza averne il fiato, sono stati il clou nel Concerto Grosso dei Laici Ultralaici all’indomani del Congresso eucaristico di Bari. Prima hanno preso di mira, con la dovuta cautela, data la fragilità tutta apparente del soggetto in causa, Benedetto XVI; poi hanno sparato ad alzo zero sul card. Ruini, ‘un capobastone’, nientemeno!!. Credevamo di essere al massimo dei giri, ma è arrivato il solito Pannella, con la sua proposta di denunciare i preti sostenitori dell’astensione per abuso del proprio ruolo. Che dire? Davvero la mamma dei cretini è sempre incinta. Io credo che su questo punto occorra fare chiarezza una volta per sempre, riaffermandoci anche a livello di vita pubblica come cattolici e, proprio perché cattolici, come cultori della sana laicità dello Stato, magari anche rinunciando a quell’inserimento meccanico del Concordato fra Santa Sede e Italia nella Costituzione della nostra repubblica, che, in una particolarissima contingenza storica, vollero sia De Gasperi che Togliatti. Nota bene: Sana laicità dello Stato. Paolo VI. sana. Non il laicismo tubercolotico dei poveri Radicali: Laicità non è la notte grigia dove tutte le vacche sono grigie, laicità è lo spazio pubblico che si apre a tutti per dire quello che secondo ciascuno serve al bene comune e per ascoltare, prendendoli sul serio, quelli che la pensano diversamente da loro. Formidabile la dott.ssa Buongiorno a Ballarò del 31 maggio scorso. Alla domanda se fosse cattolica, la penalista famosa ha risposto: ‘Sì, sono cattolica praticante; e se anche, in coscienza, ho deciso di votare diversamente da come mi hanno suggerito i miei Vescovi; io da loro non solo accetto che su questioni come quelle in ballo il 12 giugno parlino, ma lo esigo!’ Ci avevate mai pensato? Monsieur De La Palisse sorride da dietro l’angolo. Chiaro, chiarissimo: non solo accetto che parlino, ma lo esigo. I vescovi non solo possono ma debbono parlare di politica nei momenti che previde già Pio XI (‘Quando la politica tocca l’altare’), e che la Gaudium et spes aggiornò in ‘Quando la politica tocca l’uomo’. Scriveva De Gasperi citando Maritain: Spiritualità e politica vanno sempre coniugate insieme. E se è non solo possibile, ma corretto distinguerle, è impossibile separarle, per un motivo estremamente semplice e profondo: perché l’una prende forza e ragioni di vita dall’altra.
Quando tocca l’uomo
AUTORE:
Angelo M. Fanucci