No ad un nuovo inceneritore in Umbria e a nuove discariche; raccolta differenziata porta a porta in tutti i Comuni entro la fine di marzo; tariffe agevolate e personalizzate per premiare gli utenti più attenti al riciclo e riuso dei rifiuti; costituzione di un unico ente per la gestione del servizio idrico e della gestione dei rifiuti, eliminando le 15 società che attualmente svolgono questo compito. Sono questi in sintesi i punti salienti e le novità della delibera approvata dalla Giunta regionale per una concreta attuazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti.
Nei Comuni che non si adegueranno nei tempi previsti dalla delibera, arriverà un “commissario ad acta ” nominato dalla Regione. Attualmente il 50% dei rifiuti finisce in discarica, con tutti i problemi che ne conseguono, mentre con le nuove misure palazzo Donini conta di ridurli al 25%. Per poi puntare a centrare l’obiettivo indicato dalle normative europee: non oltre il 10% entro il 2030.
La delibera è stata illustrata alla stampa dal presidente della Regione, Catiuscia Marini , e dall’assessore all’Ambiente, Fernanda Cecchini , all’indomani della Conferenza Stato-Regioni dove l’Umbria è stata una delle 5 Regioni a dire “no” al progetto del Governo per la costruzione di nuovi termovalorizzatori. Questo perché – ha spiegato la Marini – con il Piano umbro la quantità di rifiuti urbani da bruciare non renderebbe “economicamente sostenibile” la realizzazione di un inceneritore.
Il Piano regionale prevedeva che entro il 2015 si raggiungesse la percentuale del 65% della differenziata, mentre siamo fermi al 50%. Dunque l’obiettivo non è stato raggiunto ma in questi ultimi anni sono stati fatti dei progressi, se si considera che nel 2009 la percentuale regionale era di poco superiore al 30%.
A Perugia è stato superato il 60%, mentre a Terni si è fermi al 43%, peggio addirittura del 2014. Anche importanti città turistiche come Assisi, Spoleto e Orvieto, sono sotto il 40%. Ma ci sono Comuni che per la differenziata hanno già superato l’asticella del 65%: Umbertide (71,9), Bastia Umbra (69,6), Marsciano (66,9) e Todi (66,6).
Insomma, entro il marzo di quest’anno dovrà essere introdotto il servizio di raccolta differenziata porta a porta in tutti i 92 Comuni umbri. Con un sostegno finanziario della Regione ai Comuni che adotteranno i nuovi sistemi per catalogare e misurare i rifiuti prodotti dai singoli utenti. Con microchip nei cassonetti e sacchetti è possibile infatti rilevare qualità e quantità dei rifiuti, premiando quindi con sconti gli utenti più bravi a differenziare. “Ai Comuni – ha detto la Marini – rivolgiamo un invito pressante perché si riapproprino della governance sui rifiuti”.
La strada indicata è quella di giungere entro 15 giorni all’insediamento della nuova Auri, Autorità umbra per i rifiuti e il servizio idrico, che dovrà sostituire i 4 Ati (Ambiti territoriali integrati) già formalmente aboliti. Dagli Ati all’Auri, sperando in un servizio di raccolta rifiuti più omogeneo e moderno in tutta l’Umbria per la salute dell’ambiente e dei cittadini. Con benefici anche per i portafogli.