Sabato 30 gennaio a Roma, al Circo Massimo, il comitato “Difendiamo i nostri figli”, come è oramai noto, organizza una manifestazione a difesa della famiglia e del diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. Un vero e proprio Family day dell’associazionismo cattolico per dire un “no” chiaro al disegno di legge “Cirinnà” sulle unioni civili che, al 30 gennaio, potrebbe aver già incassato il placet del Senato.
In sintesi questa proposta, tra l’altro, prevede che due persone dello stesso sesso possono costituire un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. I matrimoni contratti all’estero e quelli nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili.
Dal disegno di legge rimangono escluse le adozioni: una coppia omosessuale non può adottare un bambino senza legame con uno dei due partner, come possono fare le coppie eterosessuali, ma si prevede l’estensione per le unioni civili tra persone dello stesso sesso dell’adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due. Per quanto riguarda il regime giuridico nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e cioè i rispettivi diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione, il testo finale giunto in Aula, il cosiddetto Cirinnà bis, prevede che per le unioni civili siano validi gli articoli del codice civile relativi al matrimonio: stessi diritti e stessi doveri. Nei giorni scorsi, però, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi , preoccupato dall’esito del voto segreto del Parlamento, ha detto che il ddl Cirinnà cambierà.
Intanto il dibattito va avanti e ci si prepara all’appuntamento del 30 a Roma.
Senza giri di parole, il card. Angelo Bagnasco , arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, ha definito il ddl Cirinnà “una distrazione grave e irresponsabile…c’è una grande distrazione da parte del Parlamento rispetto ai veri problemi dell’Italia: creare posti di lavoro, dare sicurezza sociale, ristabilire il welfare”. E per il Porporato la manifestazione del 30 gennaio è “un’iniziativa dei laici, condivisibile. L’obiettivo della manifestazione è decisamente buono perché la famiglia è il fondamento di tutta la società. La famiglia – prosegue Bagnasco – non può essere uguagliata da nessun’altra istituzione o situazione. La sua difesa, la sua promozione e l’invocazione di sostegni reali, che fino ad adesso sembra che non ci siano, dovrebbe essere voce unitaria di tutto il Paese, di tutte le famiglie italiane, anche in modo diversificato”. Come è immaginabile, il dibattito nel mondo cattolico si alimenta.
La presidenza nazionale dell’ Azione cattolica in una nota parla di “una legge da riscrivere”, anche se “una legge per regolare le convivenze omosessuali va fatta”. “Tuttavia, prosegue la nota, la legge così com’è non ci piace: in questo modo, le unioni civili finiscono per essere assimilate nei fatti al matrimonio. Questa è una legge che meriterebbe di essere fatta oggetto di uno sforzo maggiore di ponderatezza, precisione ed equilibrio.*Auspichiamo davvero con forza che il Parlamento si dia il tempo e le modalità necessarie per farlo, con il necessario sforzo di ascolto delle istanze del Paese”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Rinnovamento nello Spirito Santo : “Con viva preoccupazione esprimiamo ferma contrarietà” al testo del ddl Cirinnà, “che di fatto svilisce l’istituto della famiglia naturale nella sua unicità spirituale e sociale e altera la visione antropologica secondo natura già nella negazione dei diritti del bambino”. Per il Rns, poi, la manifestazione del 30 gennaio non deve essere ricondotta a sigle e denominazioni perché il sentire della maggioranza del popolo italiano non può, né deve essere ricondotto a classificazioni che limiterebbero “la portata di questo gesto di responsabilità civile.
L’Unione giuristi cattolici italiani chiede lo stralcio dal ddl Cirinnà della stepchild adoption e di tutti i rinvii alla disciplina del matrimonio. I Giuristi auspicano che “la posizione dei minori, ed in particolare l’istituto dell’adozione dei figli del partner, venga stralciato dal ddl Cirinnà”. E intanto in Umbria il vicepresidente nazionale arcigay, il perugino Stefano Bucaioni , ha scritto una lettera aperta al card. Gualtiero Bassetti (pubblicata sul Corriere dell’Umbria del 20 gennaio), chiedendogli di vigilare “affinchè una parte della comunità religiosa non avvelini il clima e il dibattito” su questi temi e si possa “dar vita ad un dibattito più sano e disteso”.
Di seguito la Nota della Conferenza episcopale umbra inerente la manifestazione promossa dal Comitato “Difendiamo i nostri figli”, in programma a Roma il prossimo 30 gennaio
«Il Comitato “Difendiamo i nostri figli”, che ha organizzato l’appuntamento del 20 giugno 2015, indice ora una nuova manifestazione il 30 gennaio a Roma per dare voce alle famiglie. Sono invitate le realtà ecclesiali ed anche gli uomini e le donne di buona volontà che si sentono di condividere questo gesto: cristiani delle diverse confessioni, appartenenti ad altre religioni e anche non credenti. I Vescovi dell’Umbria accolgono con favore e sostengono il programma espresso dal Comitato: “Andremo a dire che cosa crediamo: la visione della famiglia secondo la Costituzione italiana ed i principi dell’antropologia e dell’etica cristiana”».