Convenzione tra la Caritas diocesana e la Banca di Anghiari e Stia ‘ Credito Cooperativo, per andare incontro a soggetti svantaggiati che difficilmente avrebbero accesso alle normali linee di creditoLo scorso anno ebbe un certo rilievo sui quotidiani un intervento di Giovanni Paolo II durante un’udienza generale del mercoledì. Il Papa elencava i ‘tre precetti su cui esaminare la coscienza: essere fedeli alla parola data, al giuramento, anche nel caso in cui ne seguano per noi azioni dannose; non praticare l’usura, piaga che anche ai nostri giorni è una infame realtà, capace di strangolare la vita di molte persone; evitare ogni corruzione nella vita pubblica’. È esperienza comune la constatazione che ogni uomo può progredire, crescere e migliorare solo avendo fiducia in se stesso e nella società in cui vive. L’attività della concessione del credito, da sempre incide su questo aspetto antropologico: il sentirsi degni di fiducia non solo per quanto si possiede, ma per quello che si è e si rappresenta nel più profondo di se stessi. Tutto questo è molto bello in teoria, ma nella pratica l’accesso al credito da parte di chi non può fornire adeguate garanzie è tuttora (per usare un eufemismo) estremamente difficoltoso. Al punto che in diverse diocesi italiane si sono avviate approfondite riflessioni alla ricerca di strumenti in grado di ovviare a tale ingiusta situazione, che non solo rischia di far cadere intere famiglie nella spirale dell’usura, ma rappresenta anche un’autentica ingiustizia da sempre combattuta dalla dottrina sociale della Chiesa. Uno di tali strumenti è rappresentato dal cosiddetto ‘microcredito’, una realtà nata nei Paesi in via di sviluppo (vedi box) ma che si sta diffondendo sempre più anche in quelli ad economia avanzata. Nel marzo dello scorso anno, un apposito seminario organizzato da Caritas italiana approfondì il problema proponendo anche alcune linee operative. Anche la nostra Caritas diocesana (dopo un’attenta riflessione) ha deciso di muoversi in tal senso ed ha trovato un partner in grado di dare concretezza al progetto. Si tratta della Banca di Anghiari e Stia ‘ Credito Cooperativo, con la quale è stata stipulata una convenzione nell’ottica di venire incontro a soggetti svantaggiati che difficilmente avrebbero accesso alle normali linee di credito. Destinatarie del progetto sono le famiglie italiane o immigrate, residenti o dimoranti in diocesi con almeno un familiare che lavora e singole persone, italiane o immigrate residenti in diocesi o che vi dimorano da tempo e che hanno un lavoro. L’importo massimo del credito concedibile (dopo un’istruttoria condotta dalla Caritas stessa di concerto con la banca e a condizioni molto favorevoli) ammonta ad un massimo di 2.500 euro e viene erogato per le seguenti causali: inserimento abitativo (cauzioni, acquisto mobilia, ecc.), attivazione di utenze e relativi pagamenti in sospeso, spese sanitarie e scolastiche, spese straordinarie della famiglia legate a necessità improcrastinabili, acquisto di mezzi di trasporto e di materiale atto ad iniziare un’attività di lavoro autonomo. Il microcredito è un’opportunità ed uno strumento tra i tanti promossi in ambito ecclesiale come in quello laicale per venire incontro ad esigenze diverse. Un cambiamento di mentalità, seppure nella consapevolezza che tali iniziative, da sole, non costituiscono la soluzione di molti drammatici vissuti finanziari. Ma un primo passo sì, e a volte non è poco. Quando nasce il microcredito? Dare un prestito a persone che nessuno accetterebbe come debitori. È questo il fine delle iniziative di microcredito: piccoli prestiti a tasso agevolato per persone che possono offrire scarse o nulle garanzie. L’idea centrale è che il credito non sia un privilegio di pochi, ma un diritto di tutti. E che le uniche garanzie non siano solo quelle bancarie ma quelle legate alla persona. Il microcredito è nato in Bangladesh nel 1976. Il fondatore, Muhammad Yunus, professore di economia, l’aveva pensato come mezzo per finanziare le piccole imprese familiari. La Grameen Bank, nata da questa esperienza, ha fatto scuola in tutto il mondo, tanto che oggi il microcredito è ritenuto il metodo più innovativo per promuovere sviluppo. Non più solo nel Terzo mondo, ma anche nelle nostre società sviluppate. Importante è anche l’aspetto del ‘tutoraggio morale’ ‘ come auspicava il card. Tettamanzi nel corso di un incontro con il mondo bancario e finanziario ‘ nei confronti di quelle persone che, per diverse difficoltà, si trovano nell’incapacità di gestire in maniera autonoma i rapporti con il mondo creditizio. Non è un caso che le Nazioni unite abbiano proclamato il 2005 Anno internazionale del microcredito.
Microcredito: una realtà anche in diocesi
AUTORE:
Moreno Migliorati