Quando la salute si sposa con la solidarietà, quella globalizzata che non conosce confini. È l’esempio dell’ospedale della solidarietà, un progetto promosso da diversi anni dalla Caritas di Terni Narni Amelia, finalizzato ad accogliere persone, in particolare minori, affette da gravi malattie che non possono essere curate nei paesi di origine per mancanza di strutture sanitarie e professionali mediche idonee. Impegno che per la Caritas diocesana ha significato soprattutto aiutare i bambini albanesi. Dal 2003 circa venti persone, tra cui sette bambini affetti da patologie piuttosto complesse, sette donne e sei uomini sono stati curati e riportati ad una vita normale. I risultati sono stati sempre positivi un solo caso si è concluso con la morte di un bambino albanese di due anni affetto da una congenita, gravissima malformazione cardiaca. Per la realizzazione delle attività dell’ospedale della solidarietà è stata attivata una rete di collaborazione con diversi ospedali: in primo luogo con l’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni che ha eseguito undici interventi, mentre altri quattro bambini sono stati curati presso l’ospedale ‘Bambin Gesù’ di Roma ed altre persone presso il ‘Gemelli’ di Roma, l’ospedale di Cesena, Fiorenzola, Piacenza e il ‘San Raffaele’ di Roma a seconda delle patologie presentate dagli stessi pazienti. Per gli interventi che possono essere eseguiti dall’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni la procedura è più rapida mentre maggiori sono le difficoltà allorché ci si deve rivolgere a strutture di altre regioni anche se in molti hanno dato la loro disponibilità. Le richieste d’intervento in genere provengono dalle Caritas locali, con allegati tutti i documenti medici necessari. Attraverso una procedura abbastanza complessa si giunge al rilascio del visto d’ingresso in Italia per il soggetto interessato ed eventuale accompagnatore. Il progetto della Caritas diocesana è gestito fattivamente dall’Associazione di volontariato ‘San Martino’ che ha stipulato una convenzione con l’Azienda ospedaliera di Terni. Al progetto collaborano quattro medici, tre infermieri, tre volontari e un coordinatore ed è finanziato dalle regioni per quanto concerne spese di degenza e cura; dall’associazione San Martino (dal fondo per la carità otto per mille) per quanto riguarda spese di viaggio per il paziente ed eventuale accompagnatore; per quest’ultimo è previsto anche il costo dell’alloggio, nell’eventualità che gli interessati non siano in grado di provvedere direttamente.
Ospedale della solidarietà
Dal 2003 sette bambini, sette donne e sei uomini sono stati curati
AUTORE:
Elisabetta Lomoro