Con una puntualità scandita dal ritmo dei secoli ritorna la ‘Festa dei Ceri’, suggestiva manifestazione folkloristico-tradizionale che il 15 maggio di ogni anno, con un cerimoniale di riti singolari e coinvolgenti, vede un popolo intero mobilitarsi per rinnovare un atto di omaggio e di devozione al proprio patrono sant’Ubaldo. È questa la conclusione pressoché concorde cui sono giunti, nel corso dei secoli, studiosi italiani e stranieri. Ripropone ancora oggi, aggiornato nei ritmi e nella forma, quel pellegrinaggio che il 15 maggio 1160 vide’i cittadini salire, con i ‘ceri’ in mano, verso la cattedrale quasi a voler percepire gli ultimi respiri del Vescovo morente. Sant’Ubaldo aveva guidato la Chiesa eugubina, e non solo, dal 1129 al 1160 incidendo profondamente sulla vita spirituale e sociale, testimoniando solidarietà verso i diseredati (sua la disposizione che imponeva un hospitales presso ogni chiesa o convento), predicando la fratellanza ed il perdono, ricostruendo la città dopo uno spaventoso incendio (1126), difendendola dall’assedio delle undici città confederate (1154) e convincendo il Barbarossa (1155) a risparmiarla dalla distruzione. È da allora che a metà maggio il popolo di Gubbio, attraverso le ‘università’ di arti e mestieri, rinnova un gesto di amore, di devozione, di gratitudine e di affetto. I ‘ceri’ hanno assunto ‘forme’ monumentali, sulla scia di un ‘aggiornamento’ che non ha snaturato più di tanto la sostanza. Per la travolgente manifestazione tutto è ormai pronto: Massimo Panfili e Giampiero Fratini, hanno preso confidenza con i compiti del Primo e del Secondo Capitano, Danilo Tosti, Angelo Marinetti, Roberto Acciaio capodieci rispettivamente dei Ceri di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio, sono figure popolari e rispettate. Nelle case la ‘divisa’ da ‘ceraiolo’, segno di distinzione e di orgoglio, è da tempo tirata a lucido: pantaloni bianchi, fascia e fazzoletto rosso (intorno ai fianchi ed al collo), camicia gialla (Sant’Ubaldo), azzurra (San Giorgio), nera (Sant’Antonio). I colori si richiamano a quello dei Santi protettori delle rispettive confederazioni cui i ceri sono dedicati: muratori e scalpellini, artigiani e commercianti, contadini ed ‘asinari’ (trasportatori).
In nome di S.Ubaldo, tornano i Ceri
Gubbio vive l'attesa frenetica del 15 maggio, quando la città si colorerà di festa
AUTORE:
Giampiero Bedini