Lunga vita a Papa Benedetto XVI

I messaggi dei Vescovi umbri e leloro testimonianze inedite su Ratzinger

Perugia – Città della Pieve. Condividiamo le preoccupazioni di papa Ratzinger e collaboriamo per rinnovare la ChiesaIl nuovo Papa è il cardinale Joseph Ratzinger, che ha assunto il nome di Benedetto XVI. A lui la devota filiale piena fedeltà della Chiesa perugino-pievese. Per cogliere i suoi intendimenti occorre rifarsi agli interventi fatti in abbondanza nei giorni della Pasqua sino al discorso ai cardinali prima di entrare in conclave. Emerge una preoccupazione condivisa all’interno della Chiesa: quella del ‘restauro’ d’un capolavoro ‘ la Chiesa di Cristo, appunto ‘ che il tempo e le vicende hanno deturpato, causando ‘macchie e rughe’ come diceva l’apostolo Paolo. Una Chiesa ‘stanca’, soprattutto in Europa, che ha bisogno d’un rinnovamento nella piena fedeltà alla parola del Signore. Ed anche una società ‘disorientata’, che non ha punti di riferimento per distinguere il bene dal male e soffre per la dittatura d’un relativismo devastante. A ben guardare non c’è diversità tra il programma di Giovanni Paolo II, che ha proposto con forza una nuova evangelizzazione per rifare il ‘tessuto cristiano delle comunità ecclesiali’ e, di conseguenza, rifare il ‘tessuto cristiano della società umana’: è la priorità delle priorità, che urge dovunque. È nella Chiesa, quindi, che urge il lavoro di rinnovamento, viste le tendenze a ridurla ad una lobby etico-sociale con la perdita del punto focale del mistero cristiano che è Gesù Cristo, o a considerarla una ‘religione civile’ buona per tutte le occasioni, per credenti e miscredenti. In buona sostanza quell’invito ad aprire senza paura le porte a Cristo, che fu di Giovanni Paolo, è anche l’invito di Benedetto, che saprà ripeterlo con la chiarezza e la forza che gli è propria. Ma a far capire gli intenti del nuovo Papa è anche il nome inatteso che egli ha assunto, Benedetto XVI, in continuità con l’opera di quel Benedetto XV che definì ‘inutile strage’ la prima guerra mondiale; a lui gli stessi musulmani dedicarono un monumento in Turchia. Per superare il contrasto tra Italia e Santa Sede Benedetto XV propose ‘ come testimonia nelle sue memorie il plenipotenziario Carlo Monti ‘ di rinunciare a possedimenti territoriali purché alla Santa Sede fosse riconosciuta dall’Italia e dal consesso delle nazioni piena indipendenza e libertà di collegamento con le chiese di tutto il mondo. Piace ricordare a questo punto, a testimonianza dell’apprezzamento della sua opera a favore della pace, e della sua definizione della guerra come ‘inutile strage’, l’erezione d’una edicola commemorativa alla Madonna della Pace tuttora esistente in San Martino di Tisciano, tra Castel Rigone e Lisciano Niccone, da parte del parroco di allora, don Mario Cavicchi, che ne ebbe poi fastidi dal potere politico. A questo campione di pace e di solidarietà con le vittime della guerra, osteggiato dai potenti del tempo, il nuovo Papa ha voluto espressamente collegarsi per dire in che direzione intenda muoversi. Ed è una direzione che già conosciamo. Piace infine quel nome Benedetto, che fu proprio d’un umbro legato alla cristianizzazione dell’Europa nell’età feudale: ed anche questo è tema particolarmente caro a papa Ratzinger come lo fu a papa Wojtyla. ‘ Giuseppe ChiarettiSpoleto-Norcia. Il nuovo Papa è l’antico maestro che ci ha introdotto nella rinnovata teologia conciliareIl nuovo Papa è l’antico maestro che ci ha introdotto nel rinnovamento della teologia del Vaticano II: ‘Introduzione al cristianesimo’ che nacque dal Rettore dell’Università come frutto del lavoro estivo con gli studenti di ogni facoltà per presentare Gesù, è ancora un modello di dialogo nella sintesi dottrinale con cui affascinare i giovani interlocutori. Il ‘nuovo popolo di Dio’, che alla riflessione sulla Chiesa del Vaticano II dà lo spessore della tradizione e il supporto dei Padri, avviò un metodo teologico che ci ha formato. Divenuto Pontefice, la scelta del nome di Benedetto riafferma le radici cristiane dell’Europa. Il Santo umbro, padre dei monaci, fu voluto Patrono principale d’Europa da Paolo VI, il papa che volle cardinale il teologo Joseph Ratzinger, cui aveva affidato la grande arcidiocesi di Monaco. Celebrando a Norcia il ritorno dei Benedettini presso la casa natale del grande Patriarca, il 21 marzo 2003, il Porporato dedicò l’intera omelia alla similitudine evangelica della vite e i tralci, spiegando che il contenuto del monachesimo, ma anche l’anima più profonda della Chiesa, è l’unione con Dio. Il monosillabo latino Pax identifica ogni presenza benedettina nel mondo. La scelta del Pontefice di assumere da Papa il nome del Pontefice più dimenticato del ventesimo secolo è come rilanciare il grido di Benedetto XV che, in mezzo agli entusiasmi dei nazionalismi interventisti, stigmatizzò la Prima Guerra Mondiale come ‘inutile strage’. ‘L’umile lavoratore della vigna del Signore’, come si è definito Papa Benedetto dalla loggia di S. Pietro avviando il suo Ministero, lo abbiamo conosciuto per 24 anni a Roma, affiancato con silenziosa efficace sapienza all’indimenticabile Papa Giovanni Paolo, contribuendo con il suo equilibrio e la grande dottrina a fare grande un Pontificato. La Chiesa che dette i natali a San Benedetto si rallegra che il nuovo Vicario di Cristo abbia voluto, fin dal primo gesto del Pontificato, riannodare il futuro della Chiesa nel terzo millenio, alla santa radice del monachesimo e alla nostra tradizione umbra. ‘ Riccardo FontanaAssisi – Nocera – Gualdo. Ad Assisi trovava un rifugio per pregare e scrivere in solitudineLa nomina di un nuovo papa per i credenti è sempre evento e dono. È un evento perché la Chiesa ha una guida sicura e autorevole. Dopo Giovanni Paolo II, il ‘totus tuus’, a succedergli è stato chiamato proprio un suo fedelissimo e prezioso collaboratore. Anche Benedetto XVI continuerà a servire Cristo e l’umanità con la stessa passione e con lo stesso ardore di chi l’ha preceduto. È dono di Dio, perché il nuovo papa, anche se la sua elezione nasce dalla fiducia del Collegio cardinalizio, in realtà è stato scelto dallo Spirito santo. il suo nome era già scritto. È lui il card. Joseph Ratzinger, ora Benedetto XVI, la persona che Dio ha voluto per questo nostro tempo, per il bene della Chiesa e del mondo. Ci è stato dato un papa, che pur umile e mite per indole, è forte e chiaro nelle sue idee e non è poco in un tempo in cui la babele della confusione sembra voler dominare e quasi imporsi. Una persona, che pur consapevole dell’enorme responsabilità che è caduta nelle sue spalle, si è presentata mostrando una straordinaria fiducia. È la serenità che nasce dalla fede, propria di chi conta non tanto nelle sue forze quanto sull’azione onnipotente di Dio e sulla collaborazione di tutti i discepoli di Cristo e degli uomini di buona volontà. Riflettendo sulla sua vita – ho avuto la fortuna di conoscerlo durante il Vaticano II quando giovane sacerdote era il teologo di fiducia del card. Frings, arcivescovo di Colonia – ai grandi servizi che ha svolto come docente, parroco, vescovo e cardinale ho ammirato, quasi inchinandomi, il modo con cui Dio prepara i successori di Pietro. L’azione di Dio è sempre al di sopra di noi e sa scrivere cose stupende e inimmaginabili. Sono particolarmente lieto che abbia scelto il nome di Benedetto, il santo che con san Francesco ha creato l’originalità e la specificità di questa nostra regione e come vescovo di Assisi non posso dimenticare il pontificale che ha tenuto durante il centenario di Santa Chiara e i suoi frequenti ‘rifugi’ presso le Clarisse cappuccine tedesche di Santa Croce, dove, nel silenzio e nella preghiera, attendeva alla stesura di importanti documenti. Nell’innalzare a Dio una gioiosa e sentita preghiera di ringraziamento, c’è in tutti noi il dovere di amarlo e di seguirlo con piena fiducia e totale disponibilità. Si serve Cristo amando la sua Chiesa e Colui che è stato chiamato a condurla e guidarla. ‘ Sergio GorettiGubbio. Una sapiente e coraggiosa guida della santa ChiesaGrati a Dio per il dono fatto alla Chiesa e al mondo per la vostra elezione, con l’Eucaristia offerta subito questa mattina per Vostra Santità, abbiamo voluto esprimere, con affetto filiale, la nostra più fervida preghiera perché il Signore, che vi ha scelto, vi colmi di tutti i suoi doni; esprimiamo inoltre la nostra devota e sincera fedeltà alla vostra sapiente e coraggiosa guida della santa Chiesa, in comunione fraterna con il Collegio Episcopale che si stringe insieme intorno al suo Capo, il successore di Pietro. Ai nostri sentimenti si uniscono sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi, e fedeli laici della Diocesi. ‘ Mario Ceccobelli’ Pietro BottaccioliTerni-Narni-Amelia. Per gli umbri è motivo di gioia la scelta di Ratzinger di chiamarsi BenedettoLa rapidità e la forte unione con cui i cardinali riuniti in conclave hanno donato alla Chiesa il successore di Pietro – afferma il vescovo diocesano mons. Vincenzo Paglia – sono per tutti fonte di gioia e di gratitudine al Signore Risorto. Ognuno di noi si unisce da subito alla bella definizione che il Papa offre dell’identità del discepolo di Gesù: ‘umile lavoratore nella vigna del Signore’. Con emozione e commozione ho ascoltato da San Pietro la domanda del Papa di pregare per lui e invito così tutta la diocesi a rivolgere al Signore la nostra preghiera perché Benedetto XVI sia sostenuto e guidato nel suo ministero. La scelta del nome ci ricorda – sottolinea il Presule ternano – il Papa Benedetto XV che fu pastore della Chiesa negli anni difficili della guerra, definita già allora ‘inutile strage’. Per noi umbri è motivo di particolare gioia il fatto che San Benedetto da Norcia affondi le sue radici nella nostra terra e da qui abbia iniziato la sua opera di fondatore del monachesimo occidentale. Benedetto, patrono d’Europa, sosterrà il pontefice nel suo impegno per confermare l’Europa nelle sue radici cristiane e nella sua vocazione alla pace. Joseph Ratzinger è uomo del Concilio e proprio stamani ha ricordato, durante la sua prima omelia con i cardinali elettori, il Concilio Vaticano II come ‘bussola’ per orientarsi nel terzo Millennio. Ancora commosso per l’elezione del Papa non posso non ricordare in questo momento il mio ultimo incontro col cardinal Ratzinger in occasione della trattativa tra i lavoratori ternani e i vertici della multinazionale Thyssen-Krupp. Grazie alla sua nazionalità il nostro nuovo Papa aveva ben presente la difficoltà e le implicazioni concrete della situazione; in quell’occasione volle augurarmi buon lavoro auspicando una soluzione positiva per tutti i lavoratori e le loro famiglie. Siamo consapevoli e felici del fatto che sia stato scelto un uomo che ha sempre espresso, nella sua vita, un grande amore per la Chiesa e una profonda capacità di comprensione del mondo moderno. Sono certo che Benedetto XVI saprà essere il Papa che la Chiesa e il Mondo attendevano per l’inizio del terzo millennio. ‘ Vincenzo PagliaCittà di Castello. ‘Ho conoscuto la sua grande comprensione verso i sacerdoti in difficoltà’ A nome mio personale e dell’intera diocesi di Città di Castello esprimo la grande gioia per la scelta che i Cardinali, illuminati dello Spirito santo, hanno fatto nell’eleggere, come successore di Giovanni Paolo II, il card. Joseph Ratzinger. Una gioia, questa, condivisa unanimemente dai sacerdoti della diocesi, riuniti nella mattinata di oggi presso il Seminario vescovile per il Ritiro mensile. Quanto prima invierò personalmente a Sua Santità Benedetto XVI un telegramma in cui, oltre alle felicitazioni, esprimerò: la riconoscenza al Signore per averci donato un degno successore di Pietro, la gioia, l’affetto e soprattutto la fedeltà al suo Magistero, assieme all’assicurazione della costante e quotidiana preghiera, come lui stesso ieri ha chiesto dalla Loggia delle Benedizioni. Certamente abbiamo un Papa che conosce molto bene il gregge affidatogli. Non possiamo dimenticare la sua ventennale e stretta collaborazione con Giovanni Paolo II, che gli è valsa l’appellativo di ‘architrave’ di quel pontificato per quanto concerne i problemi della Fede e della fedeltà al Magistero. Per averlo conosciuto personalmente, posso testimoniare che Benedetto XVI è senza dubbio una persona sì forte e di grande personalità, ma allo stesso tempo gentile e affabile nel tratto e molto umano e dolce nel parlare. La mia conoscenza personale è dovuta al fatto di aver operato per cinque anni nella Commissione per l’esame delle richieste dei sacerdoti di dispensa dal ministero, presso il Dicastero della Congregazione della Fede. In questo contesto ho avuto con lui molti incontri, nei quali ho potuto toccare con mano la sua grande considerazione per l’umanità dei sacerdoti. Sono stato poi presente in Vaticano alla sua nomina a Cardinale, in quanto assieme a lui c’erano altri carissimi amici, tra i quali il card. Bernardin Gantin, suo predecessore nell’incarico di Decano del Collegio cardinalizio. Ed è proprio per questa conoscenza personale che per due volte, negli anni passati, l’ho invitato a presiedere la solenne celebrazione dei nostri santi Patroni, ma gli impegni, sempre numerosissimi, glielo avevano impedito. Posso dire di essere veramente felice di avere questo nuovo Sommo Pontefice. ‘ Pellegrino Tomaso RonchiOrvieto-Todi. Dopo essere stato un ottimo stopperora è chiamato a fare il regista. Il Signore lo assistaUn nome. Una garanzia. E in questo momento di euforia, ma anche di una certa confusione, c’è bisogno di tanta garanzia, di sicurezza. Lo Spirito santo farà sicuramente il resto: ci farà capire il grande dono che ci ha fatto. Mi viene in mente un’immagine calcistica. Nella squadra di Wojtyla il card. Ratzinger ha fatto ottimamente lo stopper; ha difeso egregiamente. Ora saprà fare il regista con tutta l’eleganza, la fantasia e la creatività di cui ha bisogno oggi la Chiesa. Il grande sant’Agostino, a cui spesso il nostro Papa si è ispirato, saprà indicargli le nuove strade per condurre il gregge del terzo Millennio. Che il Signore gli dia tanta serenità e salute.’ Giovanni Scanavino E’ tata per me una grande gioia apprendere che i sigg. cardinali ispirati dallo Spirito santo di Dio, hanno eletto Sommo Pontefice l’Em.mo sig. cardinale Giuseppe Ratzinger, che ha assunto il nome di Benedetto XVI. Avevo desiderato questa designazione: sono convinto che il nuovo pontefice continuerà e completerà l’opera grande svolta dal suo predecessore S.S. Giovanni Paolo II di veneratissima memoria. Rimettendomi a quanto avrebbe deciso lo Spirito santo avevo pregato perchè questa veneratissima persona fosse eletto Pontefice. Desidero ricordare che nel 1985 il card. Ratzinger, aderendo al mio invito, fu mio ospite ad Orvieto e presiedette la celebrazione del ‘Corpus Domini’, rivolgendoci la sua preziosa Parola nell’omelia della solenne concelebrazione eucaristica nel nostro Duomo. Ringraziamo il Signore. E preghiamo il Signore che lo assista e lo guidi. Potrà contare sulla nostra preghiera e certamente lo aiuterà il veneratissimo Giovanni Paolo II, che è accanto al Signore Gesù. Viva il Papa! ‘ Decio Lucio GrandoniFoligno. Dopo la mestizia ecco la gioia. Lunga vita a Benedetto XVIDopo la mestizia per la malattia e la dipartita del Papa Giovanni Paolo II, ecco esplodere nel popolo cristiano e non cristiano la gioia per la nomina del nuovo Papa Benedetto XVI. Non dimenticheremo Giovanni Paolo II per tanti motivi: è stato il Papa delle comunicazioni sociali, delle missioni, ha raggiunto ogni continente e dappertutto ha portato il Vangelo della speranza e della consolazione. Ognuno di noi l’ha sentito come amico e compagno di viaggio, guida sicura nella gioia e nella sofferenza. L’uomo di fede che della fedeltà al Credo ha fatto lo scopo della vita. Non lo dimenticheremo a Foligno. Due volte ci ha visitato, nella gioia della preghiera alla Beata Angela e nelle angustie del terremoto del 1997. La sua parola ci ha edificato e consolato. Insieme al riconoscente ricordo del Papa defunto ci apriamo, tuttavia, al dono del Papa nuovo. Di cuore ringraziamo il Buon pastore per avercelo dato e per averci regalato lui, la sua figura di pastore esperto della volontà di Dio. Vogliamo rassicurare il nuovo Papa della nostra preghiera costante e fervorosa quella preghiera che per prima cosa Egli ha chiesto a tutti noi nel suo primo apparire, da Papa, alla Loggia di S. Pietro. Lunga vita al Papa Benedetto XVI. ‘ Arduino BertoldoNorcia. Evocò san Benedetto che affronta TotilaLa storica visita di RatzingerNorcia ha conosciuto il nuovo Papa in occasione dei festeggiamenti benedettini del 2003. L’intervento più atteso dei festeggiamenti, quello dell’allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, se si considera il tempo travagliato: si parlava infatti di un imminente attacco delle forze anglo-americane all’Iraq. Le dichiarazioni di Joseph Ratzinger ‘ di cui tutti ‘oggi’ sappiamo la devozione al Santo di Norcia ‘ in merito alla questione della pace non furono molte, come in molti si sarebbero aspettati; poche parole ma decise, incisive. Nella Sala dei Quaranta del Palazzo comunale, ricevuto dal sindaco Alberto Naticchioni, proprio il 21 marzo, giorno della memoria del protettore d’Europa, aveva esordito: ‘A me fa sempre molta impressione l’episodio in cui San Benedetto incontra il barbarico e sanguinario Totila, principe dei Goti, e con la sua dignità e la sua grandezza riesce a trasformare almeno per un momento questo personaggio così violento che aveva a disposizione grandi eserciti. In questo particolare momento di guerra, ognuno di noi deve avere la stessa forza e la stessa grandezza d’animo di Benedetto e preghiamo affinché il Signore ce la conceda’. Sempre nella stessa mattina, il cardinale Ratzinger aveva poi presieduto il solenne Pontificale nella Basilica benedettina, al fianco dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana e di una vasta parte del clero diocesano e religioso del territorio. E proprio durante l’omelia, aveva proferito ‘Ascolta e porgi l’orecchio ai miei detti: è questa la prima frase della Regola di San Benedetto tratta dal libro dei Proverbi della letteratura sapienziale dell’Antico Testamento. È in questa frase che si riassume la visione biblica della storia umana, e san Benedetto ne completa e spiega il senso. Il Santo di Norcia, infatti, ha messo in pratica con i suoi insegnamenti ciò che questo imperativo vuol significare al mondo: insegnare l’arte di essere uomo, mostrare la strada della buona vita’. Inoltre, Ratzinger aveva ricordato: ‘Sentiamo Cristo nella saggezza dei Santi, e san Benedetto è un esempio da seguire’. ‘Il fragore delle grandi acque della saggezza – aveva poi continuato – risuona nella sua sapiente Regola, scuola di vita in cui si impara ad essere uomo. Ci sono al mondo molti maestri falsi: seguirli è sbagliato. Per questo – ha invitato infine – l’uomo deve ascoltare il vero Maestro’. Il Prefetto aveva poi concluso la sua ‘visita’, nel capoluogo della Valnerina, con la benedizione inaugurale nella biblioteca del monastero benedettino di S. Maria Sedes Sapientiae.Eleonora Rizzi