Nel 1948 avevo 10 anni; l’Italietta, quella seria, non quella caricaturale disegnata dal vate D’Annunzio, si leccava ancora le ferite della guerra, ma già cinguettava. E in Italia in quel 1948, in aprile, il 18, l’Italietta conobbe la più grande battaglia civile della sua storia: agli antipodi della Democrazia cristiana, il Partito comunista e il Partito socialista si presentarono alle prime elezioni generali in un’unica lista, il Fronte popolare.
La mia famiglia, a onta di passate, probabili simpatie socialiste maturate nella coscienza di babbo Adamo in quel triennio, 1915-1918, che passò sul Carso e sul Sabotino, a infracidarsi in trincea in attesa della prossima sventagliata delle mitragliatrici austriache, era democristiana. E io, che tifavo per Coppi, per il Torino, tifavo anche per la Dc. Tifo serio quello per Coppi e per il Torino. Tifo serissimo quello per la Dc: ho ascoltato, berciando e battendo le mani, fino a tre comizi in una sola sera. Tutti dell’avv. Gaetano Salciarini: uno prima di cena a Scheggia, il secondo all’ora di cena a Sigillo, il terzo dopo cena a Pietralunga. A 10 anni!
La nostra casa di Scheggia era dirimpettaia della canonica, e quando don Lorenzo metteva l’apparecchio radio sul davanzale, lo si sentiva dappertutto, ma noi per primi. Ce l’avrebbe messo, sul davanzale, ad alto volume nel luglio del 1948, quando a 34 anni Gino Bartali nella tappa del Tour de France da Cannes a Briançon infilzò come pesciolini incauti, l’uno dopo l’altro, il Col d’Allos, il Col du Vars e il Col de l’Izoard, e il giorno dopo, nella successiva tappa Briançon – Aix-les-Bains, infilzò come torpide salsicce il Col de Lautaret, il Col du Galibier e il Col de la Croix-de-Fer. Quella sera ad Aix-les-Bains Ginettaccio scoppiava di giallo, ma non era l’itterizia.
Ce lo mise a tutto volume, l’apparecchio radio, don Lorenzo, sul davanzale, per tutto il giorno, tra il 19 e il 30 aprile, mano a mano che arrivarono i dati della batosta rimediata dal Fronte.
Fu in quella campagna elettorale che la Dc diffuse in milioni di copie una cartolina grigia sulla quale era disegnato a penna il volto di Garibaldi, che il Fronte popolare aveva messo al centro del suo stemma. Ma se uno girava di 180° la cartolina, appariva un altro volto: quello di Stalin.
Ebbene… so che non mi crederete, ma l’altra sera a me è successo qualcosa del genere: stavo guardando da un pezzo il volto di Papa Francesco, sulla cartolina che m’ha inviato un amico da Roma. Ad un certo punto, inavvertitamente, l’ho girata di 180°, sottosopra, e m’è apparso Papa Giovanni! Ho chiuso gli occhi, me li sono stropicciati a lungo, ho acceso la luce grande, a occhi chiusi ho invocato santa Lucia patrona della vista, ho riaperto gli occhi: ancora quel fenomeno! Dansù Papa Francesco, dangiù Papa Giovanni. E viceversa.
Domani vado dall’oculista. Poi vi racconto.