La Chiesa diocesana, che deve proprio a Giovanni Paolo II il mantenimento della sua autonomia, ha vissuto con emozione, commozione e grande dolore l’agonia e la morte del Papa, dandone testimonianza anche con una partecipazione composta e sentita alle varie manifestazioni: la messa celebrata dal vescovo Ceccobelli nella chiesa di San Giovanni nella serata di venerdì primo aprile, la concelebrazione presso la chiesa di San Francesco di lunedì quattro aprile, presente anche il Gonfalone della città ed il sindaco Goracci, con un nobile manifesto affisso dalla Curia vescovile sui muri della città, con il suono delle campane del Duomo che nella notte del due aprile ha annunciato alla città la conclusione del cammino terreno del grande Papa polacco. Le omelie di mons. Mario Ceccobelli’Sentiamo il desiderio di stare insieme per condividere l’angoscia di questa solitudine’, ha ricordato nella chiesa di San Giovanni, aggiungendo quindi: ‘La vita di questo grande Papa è ricca di eventi; non si è mai risparmiato, ha fatto il giro del mondo, ha privilegiato i luoghi e le nazioni dove c’era un uomo calpestato, in difesa del quale ha alzato sempre la voce’. Poi una rivelazione che aumenta affetto e rimpianto: ‘Questa diocesi deve gratitudine ancora maggiore a papa Giovanni Paolo II, perché soltanto grazie alla sua decisione ha potuto mantenere la sua autonomia. Se non c’era lui ad imporsi, non l’avrebbe sicuramente; altri avrebbero voluto diversamente’. Mons. Ceccobelli è sceso poi sul piano dei ricordi personali: ‘Ho avuto occasione di incontrarlo personalmente il giorno 8 maggio 1981, cinque giorni dall’attentato in piazza San Pietro e successivamente a Perugia, nel 1986, il giorno prima della grande manifestazione interreligiosa di Assisi’. I ricordi di mons. Pietro BottaccioliIl vescovo emerito mons. Bottaccioli ha ricordato di averlo incontrato per la prima volta ‘nel 1991, in occasione della visita ad limina. In quella circostanza mi disse che aveva visitato Gubbio in occasione del Concilio Vaticano II; la città gli era rimasta talmente impressa da descrivermela con straordinaria precisione. Mi manifestò il desiderio di ritornarci, invitandomi a mettermi d’accordo con mons. Re della Segreteria di Stato. Era stato deciso di programmarla per il centenario della traslazione di sant’Ubaldo del 1194 e l’organizzazione era giunta abbastanza avanti, scendendo anche nei dettagli. Purtroppo un infortunio patito dal Papa (frattura del femore n.d.c.), ha fatto saltare tutto praticamente alla vigilia’. Il cordoglio del sindaco Orfeo GoracciIl sindaco Orfeo Goracci si è unito al cordoglio unanime per la morte del Papa, richiamando il ‘ruolo fondamentale che ha svolto nel ‘crollo’ dei sistemi ‘comunisti’ dell’Est europeo, pur avendo recentemente definito il comunismo un ‘male necessario”. Ha richiamato ‘la sua voce critica contro il capitalismo nelle sue forme più selvagge ed egoiste’, la contrarietà ‘ad ogni guerra’, il suo impegno per ‘la pace sempre e comunque’, le ‘sue preoccupazioni per l’avanzare di un nuovo laicismo’. Ha ricordato di aver avuto ‘il piacere di incontrare il Pontefice insieme al gruppo Sbandieratori e l’allora vescovo Bottaccioli a Roma il 6 giugno 2001’, quando ‘ebbe parole di apprezzamento sincero per la nostra Gubbio’. ‘Ricordo poi ‘ conclude – che rispose con grande disponibilità ad una mia lettera inviata il 26 marzo 2003, quando era molto più che una ipotesi la soppressione della nostra diocesi’. Al Papa ha reso onore il ‘Campanone’, suonando a lutto.
Il campanone suona a lutto
Cordoglio degli eugubini per la scomparsa di Giovanni Paolo II
AUTORE:
Giampiero Bedini