Beni culturali: la tutela inizia dall’inventario

Arte. Entro il 2005 dovrebbe concludersi la schedatura dei beni culturali ecclesiastici delle 226 diocesi italiane

In un periodo in cui occorre sempre di più compiere tutti gli sforzi possibili per difendere e valorizzare l’immenso patrimonio storico-artistico italiano, abbiamo chiesto a Mons. Giancarlo Santi (Direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per i Beni Culturali Ecclesiastici) alcune riflessioni sulle iniziative che la Chiesa intende promuovere in un settore vitale per la crescita civile della società moderna. L’Italia è il paese in cui si trova un’alta concentrazione di beni culturali, ma anche quello che meno investe in questo settore con conseguenti gravi danni al patrimonio. Come trovare le risorse necessarie per la tutela e la valorizzazione? ‘In realtà le risorse esistono, anche se non in quantità sufficiente per affrontare tutti i problemi connessi alla tutela ed alla valorizzazione. Di conseguenza occorre stabilire delle priorità, in accordo con tutti i vari soggetti che hanno responsabilità in materia. La parola chiave è ‘collaborazione’, prima ancora della ricerca paziente delle risorse per la stesura di piani finanziari compositi. Il complesso dei beni culturali può essere visto come un organismo vivente particolarmente delicato, su cui intervenire con competenze specifiche, senza lasciarsi prendere dall’ansia di fare tutto e subito. Di certo la conservazione non può prescindere dalla conoscenza, pertanto l’inventario è o dovrebbe essere la prima priorità. Nelle 226 diocesi italiane la schedatura di tutti i beni culturali ecclesiastici dovrebbe terminare il 31 dicembre 2005, ma ancora in metà di esse si registra un grave ritardo. In realtà come contrariamente si pensa, il vero problema non sono le dimensioni, pur ingenti, del patrimonio, o la carenza di personale e di risorse, ma le motivazioni’. Il turismo di massa cerca nuove conoscenze e cultura. Quali sono le prospettive a medio e lungo raggio?’È evidente che il turismo di massa continuerà a crescere, raggiungendo anche i luoghi più remoti del paese, nella continua ricerca dell’insolito e dell’originale. Di fronte a questo fenomeno massiccio e recente la Chiesa ha dei tempi di adattamento che sono inevitabilmente più lunghi. Pertanto per evitare la dispersione di energie, sarebbe utile sperimentare uno spirito di comunione, ad di là degli inutili campanilismi. L’esperienza maturata in altri ambiti, come ad esempio in quello dell’informazione in Umbria, dove ‘La Voce’ ha saputo unire tutte le diocesi, andrebbe seguito anche in altri settori, come in quello dei beni culturali’. Come procede la riflessione teologica sui beni culturali? ‘Nell’ultimo decennio sono stati numerosi i segni di un risveglio di interesse per tali tematiche sia nei singoli che nelle istituzioni. Nel frattempo si stanno moltiplicando le iniziative formative sia in ambito accademico che in settori più specifici, come biblioteche o archivi. In particolare la facoltà teologica di Firenze emerge per un impegno costante e qualificato, che può far da traino per altre realtà italiane, compreso il territorio umbro così ricco di fede e di arte’. I beni culturali ecclesiastici sono stati creati e hanno vissuto strettamente connessi alla liturgia”È evidente che la liturgia costituisce il luogo genetico del patrimonio della Chiesa, di fatto tuttavia occorre impegnarsi ancora molto nello studio, nella ricerca e nella formazione. Il rischio è quello di continuare a dare molta importanza ai testi scritti e poco spazio invece ai simboli delle celebrazioni e meno ancora al contesto, inteso come ambiente architettonico. Occorre evitare interventi meramente empirici o soltanto dilettantistici, riconducendo invece ogni intervento ad un progetto unitario. Purtroppo spesso manca la sufficiente convinzione che occorrano competenze alte’. Come coniugare fede ed arte, vocazione catechetica e fruizione culturale, all’interno di moderne tecniche di gestione dei beni culturali? ‘In generale è auspicabile una ripresa approfondita delle tematiche filosofiche e teologiche, prendendo sul serio la realtà dell’arte nell’ambito della fede. Senza una riflessione forte sui temi centrali basilari, qualsiasi azione tradotta in campo pratico rischia di mancare di efficacia e di chiarezza operativa. A breve uscirà un catechismo per adulti, promosso dalla diocesi di Firenze, tutto incentrato su valore dell’arte all’interno della fede’.

AUTORE: Federica Sabatini