“Un santo per amico” è il leitmotiv che ha caratterizzato a Todi le celebrazioni in onore di san Fortunato. Intorno a questa figura di santità si è voluto aggregare la comunità cristiana e anche quella civile.
Ormai le feste più tradizionali devono diventare motivo di evangelizzazione. Anche le nostre piccole realtà non sono isole felici, il frazionamento del territorio presenta nuovi problemi pastorali e di organizzazione ecclesiale. La maggioranza delle persone non vive più all’ombra del possente campanile di San Fortunato ma fuori le mura, in quartieri distanti dal centro e dai luoghi dove nel recente passato pulsava la vita religiosa e civile.
Nel cammino pastorale la festa patronale è stata utilizzata per dare il senso di appartenenza a una comunità. Sabato 10 ottobre le unità pastorali di San Fortunato e di San Martino I – quasi tutto il Comune di Todi – hanno inaugurato il cammino del catechismo con una festa nella sala delle Pietre dei palazzi comunali.
Domenica 11 ottobre, in collaborazione con alcuni enti, in modo particolare con l’associazione Arcus Tuder, si è disputata la Disfida di san Fortunato, una gara con l’arco storico, con la presenza di molti gruppi in costume provenienti anche da fuori regione. Nel pomeriggio, alcuni gruppi hanno eseguito degli spettacoli di arte medievale nella bella piazza del Popolo. Alle ore 17.30 si è formato il corteo storico ricco di quasi 200 figuranti, seguito dalle confraternite cittadine con il cero votivo in onore di san Fortunato.
Il corteo, giunto nella chiesa del Patrono, ha deposto il cero di fronte al sepolcro del santo. Poi è iniziata la celebrazione della messa, animata dal coro formato da tutte le parrocchie del Tuderte. Fin dal mattino era possibile visitare le sale affrescate del vescovado di Todi e altri luoghi d’arte.
La vigilia, il 13 ottobre, ha avuto due momenti, uno culturale con la presentazione del libro di don Alessandro Fortunati Angelus Ceasius episcopus tudertinus; l’altro per i giovani che, dopo aver mangiato una pizza nell’oratorio di Santo Stefano, sono saliti fino alla chiesa di San Fortunato con un suggestiva fiaccolata.
Il giorno del dies natalis del santo, il 14 ottobre, la giornata è iniziata alle ore 8 con la celebrazione delle lodi, le confessioni e la celebrazione delle messe. Nel pomeriggio il vescovo mons. Benedetto ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica insieme a numerosi sacerdoti della diocesi.
La celebrazione eucaristica è stata preceduta da una processione dal duomo alla chiesa San Fortunato con la reliquia del santo. Al termine della celebrazione il Sindaco di Todi ha acceso la lampada votiva in onore del patrono. Quest’anno, l’Amministrazione comunale ha portato a compimento i lavori di ristrutturazione del tetto della chiesa e ha realizzato una nuova illuminazione sia interna che esterna.
Il Movimento per la vita ha distribuito il “torcolo di san Fortunato”, antico dolce tuderte. Ciò che si ricava con questo dolce è per aiutare le donne in attesa di un bambino che hanno difficoltà economiche.
Storia e “successo” del santo patrono
La principale fonte della vita di san Fortunato è il libro dei Dialoghi di san Gregorio Magno. L’episodio del rapimento di due ragazzi da parte dei Goti, secondo lo storico Procopio nel De bello gothico avvenne nel 552; in questo anno Fortunato era vescovo di Todi. Rimane incerto il dies natalis: per molti storici fu il 30 giugno del 565, per alcuni Martirologi il 14 ottobre. Una ricognizione del corpo del santo avvenne nel 708, ne fa fede una lamina d’argento rinvenuta nel sepolcro: Hec sunt reliquie beatissimi Fortunati episcopi et confessoris DCCVIII. Lungo i secoli san Fortunato non fu solamente un elemento d’identità della comunità cristiana ma anche di quella civile. Durante il Medioevo, il Comune ne fece un simbolo politico. Il giorno della sua festa i paesi soggetti alla sua giurisdizione giungevano in città a offrire il cero al santo. Anche la costruzione della grande chiesa e del possente campanile fu avviata dal Comune tuderte che nel giugno del 1292 intraprese la costruzione dell’attuale tempio. Una riformanza del 1405 imponeva una tassa del 2 per cento per la ristrutturazione della chiesa.