Philadelphia è la città americana che quest’anno, dal 22 al 26 settembre, ha accolto al Pennsylvania Convention Center l’ottavo Incontro mondiale delle famiglie, dal tema “L’amore è la nostra missione: la famiglia pienamente viva”. Titolo coinvolgente e lontano da quei luoghi comuni che vedono la famiglia come un’istituzione superata o un centro di violenze e umiliazioni.
Da quel primo Incontro mondiale svoltosi a Roma nel 1994 e voluto da san Giovanni Paolo II sono passati 21 anni, ma è ancora attualissima l’esigenza d’incontrarsi tra famiglie per rafforzare i vincoli dell’unità e della pace.
La città di Philadelphia si è totalmente mobilitata per dare a tutti i partecipanti la migliore accoglienza. Non c’è stato canale televisivo americano, da quelli locali alla Cnn, che non abbia parlato di questo convegno dedicato alle famiglie e dell’arrivo di Papa Francesco, atteso a New York già dal 23-24 settembre. Sono arrivati a Philadelphia circa 20 mila convegnisti: coppie, religiosi, vescovi e cardinali provenienti da ogni parte del mondo; splendide famiglie con figli e passeggini al seguito, per dire che la famiglia non intende soccombere agli attacchi ideologici e alle politiche miopi che non vogliono guardare ai veri bisogni e al bene insostituibile che è la famiglia.
Nei quattro giorni di congresso sono intervenuti oratori ed esperti di fama internazionale, discutendo dei problemi che le famiglie di tutto il mondo si trovano ad affrontare quotidianamente: le sfide del crescere e dell’educare i figli, l’intimità tra marito e moglie, la cura dei disabili e degli anziani, il ruolo dei nonni, la perdita di un familiare, la piaga dell’aborto e dell’eutanasia, gli effetti del divorzio e, infine, il tema del dolore della sterilità, affidato alla dottoressa Gianna Beretta Molla, figlia di santa Gianna, al dottor Kyle A. Beiter e al card. Willene Jacobus Eijk.
L’arcivescovo di Philadelphia, Charles J. Chaput, ha dato il benvenuto a tutti i partecipanti ricordando che la famiglia è il luogo dove s’impara ad amare, a condividere, a essere agenti della carità e della giustizia nel mondo. “In nessun luogo – ha ribadito – questa verità viene appresa più intimamente che in quella scuola d’amore che è la famiglia. La famiglia abbraccia l’intera umanità”.
Al discorso introduttivo si sono aggiunti gli interventi in inglese di mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, e del card. Robert Sarah. Per le sessioni in lingua italiana invece è intervenuto padre Luis Granados sul tema “Resa radicale: vivere la vocazione come modello per la famiglia”, sottolineando le caratteristiche dell’amore di Cristo sulla croce, modello e fonte di quello sponsale: 1) un amore pienamente umano, 2) gratuito, 3) totale, 4) fedele, 5) fecondo.
L’amore incentrato sull’eucarestia è stato invece affrontato dal vescovo Jean Laffitte, segretario del Pontificio consiglio per la famiglia. “Quando si ama – ha spiegato – si è esigenti. Non possiamo pensare che l’amore sia qualcosa di superficiale o banale. Non esiste un amore a buon mercato. Amare costa l’offerta della vita, così come l’eucarestia è l’alleanza dello sposo Cristo con la sposa Chiesa”.
Tra i relatori che hanno parlato di misericordia c’era mons. Livio Melina, preside del Pontificio istituto “Giovanni Paolo II” per gli studi su matrimonio e famiglia. “La vera misericordia – ha affermato – coglie la vera radice del peccato ed è finalizzata al cambiamento. Non possiamo banalizzare il male, come non possiamo banalizzare le conseguenze del male e dell’oggettiva densità della colpa. Il perdono è una grazia e coinvolge tutto l’uomo e tutto il suo essere, insieme con la sua affettività e la sua memoria. Il perdono conduce sempre a un’autentica novità nelle persone, ha qualcosa di divino che ci fa sempre più somiglianti al Cristo”.
L’ultima sessione in lingua italiana, dal titolo “La Via crucis, la via del cuore, la sofferenza e la famiglia”, è stata tenuta dal Patriarca di Gerusalemme, Fouad B. Twal, e da Salvatore Martinez, presidente italiano di Rinnovamento dello Spirito (Rns), attraverso due relazioni mirabili che hanno evidenziato come alla scuola della sofferenza l’uomo dovrà sempre sentirsi un apprendista. Infine, hanno presentato il progetto della fondazione vaticana “Centro internazionale Famiglia di Nazareth”, affidata al Rns in collaborazione con il Pontificio consiglio, che si propone di diffondere il magistero della famiglia, promuovendo la formazione spirituale e l’evangelizzazione delle famiglie, nonché di sostenerne la pastorale in tutto il mondo.
La famiglia non è dunque un ideale irraggiungibile, ma un dono, una vocazione alla santità piena, che si comprende sempre meglio e si realizza nella sua interezza alla luce della sapienza di Dio e con il potere del suo Spirito.