‘Sant’Ubaldo ci aiuti a riconoscere la presenza del Signore Gesù’: la devozione nei confronti del Patrono, l’importanza del suo insegnamento e della sua testimonianza per riscoprire e vivere i valori della fede hanno ispirato in più di un passaggio l’omelia pronunciata dal vescovo mons. Mario Ceccobelli nella basilica sul monte Ingino in occasione (domenica 6 marzo) della celebrazione dell’anniversario della canonizzazione del Protettore. La ‘bolla’ è stata emanata da papa Celestino III il 5 marzo 1192, su sollecitazione del vescovo del tempo Bentivoglio e sotto la spinta di una devozione popolare sempre più fervida e intensa. ‘Canonizzazione’ che viene solennizzata la prima domenica di marzo, in stretta collaborazione tra l’autorità religiosa e quelle dei ‘Ceri’ (Università dei muratori, Famiglie dei Ceraioli), a conferma dello stretto legame esistente tra il santo Vescovo e la famosa manifestazione folkloristico ‘ tradizionale che esplode puntualmente la metà di maggio di ogni anno. Canonizzazione e Ceri costituiscono un binomio inscindibile con il quale mons. Ceccobelli ha avuto l’opportunità di confrontarsi per la prima volta, ad un mese esatto dal suo insediamento, nel contesto di una giornata che, cominciata presto (raduno presso la cattedrale ed ascesa processionale attraverso i tornanti dell’Ingino fino alla Basilica che custodisce le spoglie incorrotte di sant’Ubaldo), ha vissuto il suo momento più significativo nella messa. Semplice, ma efficace, l’omelia, la prima pronunciata in tale circostanza. ‘Credo di avere’una predilezione speciale da parte di sant’Ubaldo ‘ ha cominciato mons. Ceccobelli. Un mese fa, in occasione del mio ingresso, dopo giorni di freddo e di abbondanti nevicate, fui accolto da un pomeriggio di sole. Ricordando quanto era accaduto una settimana prima a Perugia, in piazza Grande mi sono permesso sottolineare che sant’Ubaldo aveva avuto la meglio su sant’Ercolano. Paragone scherzoso, che non piacque molto all’Arcivescovo di Perugia! Anche oggi si è ripetuta la stessa cosa. Coincidenze che mi incoraggiano ad essere un successore non dico all’altezza, ma almeno sulla linea di questo grande santo Protettore, verso il quale voi date anche oggi una testimonianza concreta di affetto e di devozione’. Il Vescovo ha commentato le letture del giorno con particolare riferimento al brano del Vangelo di san Giovanni che racconta il miracolo del ‘cieco nato’. ‘Gesù è venuto ‘ ha ricordato il Presule ‘ per rendere l’uomo capace di riconoscere l’opera di Dio’. Ha quindi invocato l’aiuto di ‘sant’Ubaldo per ricevere da lui la luce della fede che consenta a ciascuno di noi di riconoscere Gesù che ci viene incontro, nel volto e nella presenza di ogni fratello’. Al termine c’è stata la consegna di una pergamena con reliquia’del Patrono al primo e secondo capitano Massimo Panfili e Giampiero Fratini, nonché a Danilo Tosti (che ha ricevuto anche l’investitura ufficiale dalle mani del Primo Capitano e del suo predecessore Corrado Cicci), Angelo Marinetti, Roberto Acciaio, capodieci rispettivamente dei Ceri di S.Ubaldo, S. Giorgio e S.Antonio.
Ubaldo, vescovo e santo nella città dei Ceri
Celebrato nella basilica sul monte Ingino l'anniversario della canonizzazione di sant'Ubaldo
AUTORE:
Giampiero Bedini