Presentando la visita pastorale che il Vescovo avrebbe fatto alle loro comunità parrocchiali i parroci del centro storico avevano parlato di questo appuntamento come di una ‘grazia’, di un momento speciale e santificante del popolo cristiano. La visita pastorale c’è stata, per tutto il mese di febbraio. È stata una visita accurata, attenta, che ha dato molto tempo ad ogni parrocchia. C’è stata anche quella ‘grazia’ di cui parlavano i preti? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro. Secondo don Tonino Rossi, parroco della Madonna delle Grazie e di San Michele Arcangelo la grazia di Dio è consistita nella ‘capacità di trasmettere la vicinanza della Chiesa locale attraverso la persona del Vescovo presentatosi con una dimensione affettuosa. Così, tutte le persone hanno sentito che ancora valgono, contano, sono dono di Dio, sia che siano bambini, sia che siano vecchi, anziani, ormai messi ai margini della vita sociale ed economica. Il dono di Dio continua sempre, perché il Signore si rende vicino attraverso la presenza del Vescovo. Ancora, le persone e le comunità non si sono mai sentite giudicate, ma stimolate, incoraggiate e comprese nelle difficoltà. Tra di noi non è venuto il giudice o l’ispettore per vedere come vanno le cose. È venuto il Signore che dice: ‘non abbiate paura, ma andate avanti!’. Per don Torquato Sergenti, parroco di Santa Maria Maggiore, la visita pastorale ha portato in tutti il desiderio di comunione e di una ‘pastorale integrata’ tra tutte le comunità parrocchiali del centro storico. Dalla parrocchia di San Francesco risponde padre Giacomo Morotti. Secondo lui la grazia della visita del Vescovo si è manifestata soprattutto con gli ammalati. L’esultanza e lo stupore di vedere il Vescovo in casa loro ha portato un senso di bellezza e di apertura alla speranza. ‘L’ho notato in quasi tutti gli ammalati, i più dimenticati dalla società. Nessuno avrebbe immaginato che il Vescovo si fosse presentato nelle loro case. Anche nelle scuole ‘ prosegue il religioso ‘ la visita ha portato un sapore nuovo ed una nuova visione in questi ragazzi. Il racconto dell’esperienza del Vescovo con Madre Teresa ha mosso sicuramente qualcosa, anche se è difficile specificare ulteriormente cosa’. Per don Giulio Cii, parroco di San Domenico, l’evento di grazia si è manifestato nella convinzione che ‘il Vescovo è sempre più vicino alla gente e la gente si è avvicinata a lui vedendolo come il pastore della nostra chiesa. I gesti che mons. Ronchi ha saputo fare, quali la visita ai malati proprio nei loro ambienti (spesso caratterizzati da solitudine, abbandono, tristezza), i segni di attenzione verso di loro, questa sì che è stata una grazia’. Don Giancarlo Lepri, parroco della cattedrale, pone l’attenzione sul fatto che la visita è stata anzitutto un’occasione per riflettere in profondo, e insieme, sulla situazione delle nostre parrocchie. I preti delle sei parrocchie si ritroveranno per verificare più ampiamente gli aspetti positivi, i limiti della visita pastorale, ma anche per individuare delle proposte concrete per dare attuazione a questo evento ecclesiale. Dalle testimonianze raccolte è emersa in tutti i sacerdoti la necessità di lavorare insieme, di confrontarsi, senza andare ognuno per conto suo. Questo non significa appiattirsi su una sola idea, ma vivere nella prospettiva di arricchirsi e completarsi dalle variegate idee di ognuno. Il Vescovo ha dato l’indicazione chiara di camminare verso una pastorale ‘integrata’, questa necessariamente dovrà cominciare dal catechismo dei fanciulli e dalla riduzione delle messe in tutte le chiese del centro storico.
Un evento di ‘grazia’: perché?
Le 'impressioni' dei parroci del centro storico sulla visita pastorale del Vescovo
AUTORE:
Francesco Mariucci