Comunicare educando all’apprezzamento dei valori

CATECHISTI. Don Roberto Giannatelli parla di comunicazione sociale

Si è svolto, domenica scorsa 20 febbraio, il convegno diocesano annuale dei catechisti. È stata l’occasione per fare il punto sulla situazione, nelle varie comunità, dell’iniziazione cristiana dei fanciulli. A coordinare i lavori di domenica, come sempre, don Roberto Giannatelli (presidente del Med ‘Media Education’) che, nella sua introduzione, ha centrato l’attenzione sulle novità proposte dalla Chiesa italiana: ‘Dal Direttorio delle Comunicazioni sociali alla pastorale del Primo annuncio’. Proprio a don Roberto abbiamo chiesto un approfondimento sul tema della comunicazione e, più specificatamente, quella legata al primo annuncio. Anche l’iniziazione è una prima fonte di comunicazione. Come incide l’uscita del Direttorio sull’insegnamento cristiano che si propone la Chiesa? ‘Il Direttorio incoraggia molto la Chiesa ad usare questo nuovo linguaggio delle Comunicazioni sociali; un linguaggio molto efficace, che si preoccupa d’intrattenere l’audience, di dare contenuti, svago e divertimento. La Chiesa del Vaticano II, Paolo VI, anche l’ultimo documento di Giovanni Paolo II (uscito lunedì 21 febbraio) richiama uno sviluppo rapido, sollecita all’utilizzo dei nuovi linguaggi. Entrare nel mondo dei media, che non sono solo tecnologie ma una cultura, un modo di vivere l’avventura umana, di entrare in relazione con gli altri, ma anche un modo della Chiesa per ‘sanare’ ciò che è ferito, non condannando o fuggendo ma sanando sull’esempio di Gesù. Prendere le comunicazioni sociali come un dono di Dio per il nostro tempo, con il quale la Chiesa si impegna a capire, ascoltare, valorizzare. Ci sono da considerare due aspetti: la ‘denuncia’ ‘ cioè avere il coraggio di dire ciò che non va ‘ e la ‘profezia’ ‘ le comunicazioni sociali possono dare di più, la marcia in più’. In relazione all’educazione dei più piccoli, come si può attuare questa ‘comunicazione’? ‘Una risorsa così potente e importante, certamente non può essere lasciata all’improvvisazione. Come capita per tutto il patrimonio di valori, la scuola ha un ruolo fondamentale, accanto a famiglia e parrocchia. È l’agenzia culturale-educativa che ha il compito di dare, in termini di razionalità, progetti, valorizzazione umana. Tre sono gli obiettivi da perseguire: l’alfabetizzazione, il possesso della nuova lingua; la coscienza critica, dare i criteri etici per una valutazione; l’esercizio della cittadinanza, i media fanno appello ad una responsabilità. Sebbene il bambino ne ha poca, è comunque in grado di accendere e spegnere la televisione. Ai più grandi si chiede di intervenire nel forum politico e sociale per incentivare ciò che è giusto, denunciare ciò che non lo è. Se tutto questo entra nella scuola, vuol dire che c’è contenuto e metodo: i media producono contenuto, per cui l’alfabetizzazione riguarda tutti; per il metodo, occorre trovare il ‘modo’, anzitutto di leggere, analizzare, decodificare per poi ‘scrivere’, produrre con una certa ‘professionalità”.

AUTORE: Eleonora Rizzi