p align=”justify”L’e x monastero di Sant’Apollinare, in via Santa Maria delle Rose nelle vicinanze della cattedrale di S. Rufino, appare contrassegnato dal privilegio della carità, come se la Provvidenza avesse stabilito un destino particolare. Nel 1991 la comunità delle suore Benedettine, raccolta e riunificata nel monastero di S. Giuseppe, confinante con l’episcopio, dimostrando comprensione e sensibilità, mise a disposizione della diocesi in comodato gratuito per 50 anni l’ampia struttura situata in via S. Maria delle Rose per ospitare il Centro di accoglienza destinato ai poveri di passaggio: centro inaugurato dopo lavori di ripristino, nel 1994, ma reso inagibile nel 1997 dal terremoto. Il Centro di accoglienza trovò collocazione presso il Centro Tau istituito dai Cappuccini in Capodacqua di Assisi. Due anni dopo poteva disporre di una nuova ubicazione, come già ricordato in questa pagina recentemente: una palazzina in S. Maria degli Angeli presso la stazione, sede inaugurata l’8 maggio 1999. Tale breve carrellata di notizie ha consentito di completare l’iter costitutivo del Centro di accoglienza oggi operante e funzionante grazie soprattutto al servizio reso dai volontari. Nel frattempo premeva dare risposta ad un interrogativo: quale destinazione assegnare al complesso benedettino di via S. Maria delle Rose? Il vescovo mons. Sergio Goretti, i suoi più stretti collaboratori, gli organismi diocesani e in particolare la Caritas, si orientavano verso un ambizioso ‘progetto’: utilizzare la suddetta struttura per altra opera caritativa, ovvero mettere a disposizione il complesso a famiglie di volontari disposte ad assumere l’affido di adolescenti, di giovani in difficoltà ed inoltre ad aiutare ragazze madri. Al momento già tre famiglie hanno dato il loro consenso. Secondo tale progetto, che necessita ancora di approfondimento, le famiglie volontarie dovrebbero vivere stabilmente nel complesso assolvendo alle esigenze degli ospiti in spirito di condivisione. Il progetto – dichiara il vicario diocesano mons. Orlando Gori – si distingue per la sua valenza caritativa, umanitaria, educativa. Esprime piena adesione anche il vescovo mons. Goretti, consapevole delle difficoltà di realizzazione, compreso il problema sempre assillante dei finanziamenti. Lo studio Ascani ha già completato il consolidamento e la ristrutturazione dell’immobile in questione, che necessita programmare e completare alcune opere interne legate alla specifica destinazione d’uso.
Un progetto ambizioso: la carità
Il complesso benedettino di via Santa Maria delle Rose sarà a disposizione di famiglie di volontari disposte ad assumere l'affido di adolescenti, giovani in difficoltà e ragazze madri
AUTORE:
Francesco Frascarelli