Vescovo per il popolo

È stato un San Costanzo speciale. Solenne e partecipata la liturgia di consacrazione di mons. Ceccobelli

Una serata fredda e nevosa ha impedito parte della spettacolarità dell’avvenimento perché la gente se ne stava chiusa in Cattedrale anche per prendere in anticipo i posti e assistere più comodamente alla ordinazione episcopale di don Mario Ceccobelli. La scena tuttavia si è prodotta e la solennità del momento si è evidenziata nella lunga sfilata di preti vestiti di casule rosse strapazzate dal vento, coronata dalle venti mitrie bianche dei vescovi, che ha attraversato in silenzio tutta la piazza. Piccolo in mezzo a tutti i chierici che lo hanno stretto attorno come a cautelativa protezione don Mario è entrato prete nella cattedrale e ne è uscito poi vescovo fatto. La liturgia è stata calda e solenne, con il rito dispiegato con snellezza tra preghiere, canti, letture, gesti sacramentali. Su tutto è emerso il centrale gesto dell’imposizione della mani da parte dei consacranti vescovi, Chiaretti, Bottaccioli e Chamgwera e degli altri vescovi presenti in una atmosfera di silenzio e di attesa. Quando c’è silenzio con il fiato sospeso di una grande assemblea si ha la palpante sensazione di un mistero imminente. È lo spazio lasciato totalmente a disposizione dello Spirito invocato a rendere idoneo all’episcopato, cioè ad essere padre e maestro nella Chiesa, un uomo già predisposto dall’ordinazione presbiterale a questo compito insostituibile e primario. La lunga e suggestiva preghiera consacratoria di invocazione dello Spirito proclamata dal celebrante è avvenuta mentre sul capo dell’eletto veniva posto l’evangelario tenuto da due chierici. Segno di uno stretto legame tra lo Spirito e la lettera, tra il sacramento e il ministero della Parola, volendo significare che il compito principale del Vescovo, secondo l’intenzione della Chiesa, consiste nella predicazione del Vangelo. Il popolo ha seguito, ha pregato, cantato ed infine applaudito gioiosamente. La porzione eugubina presente, riunita nella impalcatura predisposta per loro, si sono sentiti a loro agio ed hanno preso l’iniziativa intonando in coro il canto in onore di Sant’Ubaldo. Al termine don Mario ha ringraziato tutti con puntigliosa elencazione di persone, consapevole che il suo approdo all’episcopato è dovuto all’apporto di molti a partire dal Santo Padre che lo ha eletto, da Chiaretti che lo ha presentato e consacrato e a tutto il presbiterio e il popolo che lo hanno accolto. Così si è conclusa una giornata che resterà negli annali della Chiesa perugina, eugubina ed umbra. Tante presenze Passare in mezzo alle innumerevoli vesti rosse dei preti che nel palazzo arcivescovile attendevano il momento per recarsi processionalmente in cattedrale, era una visione che rallegra il cuore. Una bella immagine di Chiesa viva e pulsante, e non traggano in inganno i molti capelli bianchi! Poi in piazza sono sfilati con le loro vesti strapazzate dal vento, seminaristi, diaconi, preti (di Perugia e Gubbio ma non solo), vescovi (tutti i titolari e gli emeriti delle diocesi umbre, e quanti, come Betori e Reali, di questa terra sono figli), arcivescovi (oltre a Fontana e Chiaretti l’arcivescovo Tomasz Bernard Peta di Astana in Kazakistan) e, ospiti d’onore il cardinale Ennio Antonelli e il nunzio apostolico in Italia Paolo Romeo. Autorità La consacrazione di un vescovo è un evento anche per la società. Affollati i posti riservati alle autorità, tra le quali non potevano mancare il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci e il sindaco di Perugia Renato Locchi.Antonelli presenta don Mario a Gubbio e viceversa Il cardinale Ennio Antonelli, che di Gubbio e Perugia è stato vescovo, non poteva mancare. Conosce bene le due diocesi e conosce bene mons. Ceccobelli avendolo, tra l’altro, nominato vicario generale. E dunque Antonelli come avrebbe presentato don Mario agli eugubini e gli eugubini a don Mario? ‘Direi che siete fatti l’uno per l’altra, – ci ha risposto – perchè Gubbio è pieno di entusiasmo, don Mario è un uomo molto buono ma molto concreto e quindi credo che l’entusiasmo degli eugubini e la concretezza di don Mario possano sposarsi bene’. ‘Sarà un matrimonio felice!’ ha concluso mentre veniva circondato da preti e laici per un saluto. La benedizione Quando il nuovo vescovo appena ordinato ha fatto il percorso della navata benedicendo con l’acqua lustrale tutti i fedeli è stato come un abbraccio di popolo accompagnato da un lungo applauso che si è fatto più intenso quando è giunto dinanzi alla gradinata riservata ai fedeli della diocesi di Gubbio.

AUTORE: Elio Bromuri